Mimosa appassita per la Festa della donna, una ricorrenza in cui c’è ben poco da celebrare per l’altra metà del cielo che deve ancora lavorare parecchio prima di arrivare non solo a una vera parità tra i sessi ma al rispetto della persona in quanto tale.
Basti pensare al numero esagerato di donne uccise dal partner o ex partner ogni anno in Italia (non meno di 130, ovvero in media una ogni 60 ore) e quelle malmenate, violentate, maltrattate sia fisicamente che psicologicamente. E i casi di violenza domestica sono in aumento nella Tuscia, quasi che il periodo di crisi abbia peggiorato i rapporti esistenziali all’interno delle famiglie. I sociologi assicurano che il “fenomeno è strutturale a un modello di società patriarcale dove la relazione uomo-donna è caratterizzata da uno squilibrio di potere”. A favore del maschio, naturalmente.
Giulia Arcangeli, ingegnere politicamente impegnata nel Partito democratico, concorda: “Viviamo in un Paese e in un territorio dove a diversi livelli e a vario titolo si fanno avanti e si promuovono praticamente solo uomini. Non ho mai considerato l’età anagrafica e il genere, l’essere donna, un valore di per sé. Ma sono convinta, profondamente convinta, che la sensibilità delle donne, la loro capacità di guardare e interpretare il mondo così come il disincanto, l’entusiasmo e la freschezza di certi giovani siano una ricchezza irrinunciabile”.
Cosa significa essere donna per Giulia Arcangeli?
“Almeno per me, significa anche e soprattutto essere parte di una comunità che nel tempo costruisce un progetto affidando il ruolo più congeniale a ciascuno secondo le inclinazioni le capacità e le competenze di ognuno, valorizzando l’impegno di tutti. E poi, quando è il momento, tutti insieme si decide e si sceglie chi in quella occasione può essere il terminale e il portavoce di quella stessa comunità in cui si è lavorato. E questa scelta deve poter ricadere anche su una donna. Perché ce ne sono veramente molte nel mondo delle professioni, della cultura, dell’associazionismo e del volontariato che possono dare un contributo prezioso”.
E’ indubbio che le donne sono più portate alla collaborazione.
“Non ho mai sentito dire “la donna sola al comando” questa convinzione di poter fare da soli è una prerogativa maschile di cui in questi tempi facciamo volentieri a meno. Oggi serve nei fatti e non solo con proclami un modo nuovo di pensare l’impegno politico. Abbiamo un’occasione formidabile nella prossima tornata elettorale. Possiamo provare anche a essere protagonisti in questa città ferita e depressa solo se con convinzione punteremo sulla professionalità, la serietà e il rinnovamento”.
Orizzonte buio per il mondo del lavoro femminile visto da Miranda Perinelli, segretario provinciale della Cgil, che disegna uno spaccato per niente confortante.
“C’è una grande richiesta di lavoro da parte delle donne perché lavorare significa indipendenza economica e garanzia di una pari opportunità tra i sessi. E questa crisi dal punto di vista occupazionale ha inciso in modo negativo maggiormente sulle giovani donne. Una ricerca Eures svela che la disoccupazione giovanile a Viterbo (dai 15 ai 24 anni) su un totale del 43,4 per cento riguarda al 40,1 i maschi, al 47,1 le femmine. Il dato regionale dei neet – cioè giovani che non studiano né lavorano dai 15 ai 29 anni – sono: maschi 20,2 e femmine 23,1 per un totale di 21,6. Per quanto attiene la disoccupazione più in generale che si attesta al 12,8 per cento di questo dato la percentuale femminile è del 53,2”.
C’è di che piangere, altro che festeggiare.
“E’ per questo che dovrebbero essere messe a disposizioni risorse per favorire l’accesso al lavoro delle donne, anche perché la loro occupazione è motivo di crescita del Paese e moltiplicatore di lavoro. Le statistiche dicono che per ogni 100 donne che lavorano altre 15 trovano occupazione e dati di Bankitalia sottolineano come il lavoro femminile produrrebbe una crescita del Pil del Paese pari ad un 7 per cento in più. Però si deve investire sui servizi, sul welfare, favorendo le politiche di sostegno alle famiglie”.
Le ultime elezioni hanno disegnato un nuovo quadro politico.
“Ma qualsiasi novità nella rappresentanza in parlamento, così come si è verificata con il Movimento 5 stelle, si deve cimentare con i vecchi problemi da risolvere con urgenza. O avremo il buio all’orizzonte”.