Prigionieri del parcheggio automatizzato e off-limits per i portatori di handicap. Più di San Pellegrino, ancora più del primo conclave, i turisti in visita a Viterbo nelle ultime settimane della città ricorderanno le sbarre che restano abbassate e le barriere architettoniche. Al Sacrario non passa giorno che qualcosa non vada in tilt. Perché da quando il 30 gennaio la Francigena ha licenziato i nove lavoratori ex Autoservice (la cooperativa che ha gestito le strisce blu nel capoluogo, fino a quando, siamo nel 2009, il Comune ha deciso di gestire il servizio tramite la sua municipalizzata.), tutto viene gestito con due casse automatiche.
“Ma ne abbiamo già ordinata una terza”, dice il sindaco Giulio Marini come se questo bastasse a garantire la funzionalità del parcheggio. Eppure, nonostante il pasticciaccio, voci insistenti danno il Comune intenzionato a prorogare di un anno l’incarico dell’attuale consiglio di amministrazione della municipalizzata. “Sarebbe un atto di forza gravissimo, visto che la giunta sta per scadere”, ammonisce Alvaro Ricci, vice capogruppo del Pd a Palazzo dei Priori. “Non ne abbiamo parlato ancora”, replica Marini.
Resta il fatto che a febbraio il consiglio aveva approvato una mozione che impegnava il sindaco a intercedere presso il cda per ottenere la riassunzione dei nove in 40 giorni. Il termine è scaduto e nulla è stato fatto. “Gli uffici devono dare il loro parere sulla proposta che ho elaborato: riassunzione ma chiusura dei contenziosi”, spiega il sindaco. Intanto, i lavoratori restano a casa e gli utenti rimangono senza parole di fronte ai disservizi. Per non parlare dei diversamente abili per cui il parcheggio non è accessibile in quanto l’unico mezzo per pagare sono le casse automatiche ma per raggiungerle c’è da salire sul marciapiedi. “Non abbiamo messo i parchimetri – si difende Marini – perché altrimenti i lavoratori non sarebbero potuti rientrare. Invece se il giudice si pronuncerà per la riassunzione, torneranno a lavoro”.
Critiche a raffica piovono intanto dal Pd. “Una bozza di transazione – racconta Ricci – è stata proposta in quinta commissione ma unanimemente dichiarata dai componenti inaccettabile perché a tutto vantaggio dell’amministrazione. Prevedeva la riassunzione rinunciando però ai compensi pregressi riconosciuti dal giudice”. Ma nella vertenza, oltre al futuro lavorativo degli ex Autoservice, resta stritolata anche l’immagine di una città dove il centro muore in una lenta agonia causata da disservizi e mancanza di politiche lungimiranti. “Anche nel penultimo consiglio comunale – continua Ricci – il sindaco è stato sollecitato a riferire sullo stato dell’arte ma non ci sono stati passi avanti. L’impressione è che non ci sia la volontà di risolvere il problema”. E però nel frattempo qualcuno pensa a blindare le poltrone di quelli che il caos lo hanno creato.