Spuntano come funghi. E tutti al di fuori dei partiti. Giacché la “grillite” (ovvero l’emulazione del Movimento concepito e realizzato da Beppe Grillo) sta avendo l’effetto di una vera e propria epidemia. Fuori i partiti dunque, avanti le liste civiche, capaci di realizzare quello che nessun altro è stato mai in grado di fare. Staremo a vedere.
Intanto c’è da dire che a Roma, dove in queste ore si stanno decidendo le prossime sorti dell’Italia, Beppe Grillo e i suoi ragazzi devono far capire a coloro che li hanno votati (ma anche a quelli che non l’ha fatto) se vogliono bene al loro Paese o solo a loro stessi. Perché? L’idea di sfasciare tutto prima e ricostruire solo dopo (che è quella che al momento stanno portando avanti) sarebbe esiziale per tutti, ma soprattutto per coloro che stanno peggio. I quali non possono aspettare molto. E allora la ricostruzione (ammesso che poi si faccia) ripartirebbe da un cumulo di macerie con tanti morti e feriti. Un prezzo che questo Paese non si può permettere e che dimostrerebbe come i “grillini” abbiano più a cuore le proprie sorti che quelle di coloro che rappresentano. Se invece volessero dimostrare di voler bene all‘Italia, dovrebbero fare una sola cosa: far nascere un governo qualsiasi, consentirgli di approvare le riforme più urgenti (che ormai tutti sappiamo a memoria) e poi gettarsi in una nuova competizione che consenta l’indispensabile governabilità. Punto.
Ma tant’è. In attesa di novità romane torniamo a Viterbo, dove ci si appresta a correre per palazzo dei Priori. Dal trio Leonardo Michelini, Francesco Serra e Raffaella Valeri dovrà uscire il candidato del centrosinistra, dopo il rito delle primarie. Sull’altra sponda Marini sta tentando il tutto per tutto per ricandidarsi (pena: rimanere disoccupato), ma un pezzo dei suoi accoliti lo considera ormai un perdente ed è in cerca di altri personaggi, rigorosamente provenienti dalla società civile. Come dalla società civile dicono di arrivare (ma qualche dubbio è consentito) il “caffeinomane” Filippo Rossi e la nouvelle dame Chiara Frontini. Civico si sente pure il senatore Michele Bonatesta (nonostante qualche legislatura sulle spalle), fondatore del movimento “Insieme per il territorio”, che sul suo sito web pubblica un annuncio con ricerca di personale (qualificato?) disposto a fare il bene della città, ovviamente in maniera del tutto disinteressata (chissà quanti avranno risposto). Poi, non potevano mancare i recenti fuoriusciti dal Pd, capitanati da Maria Immordino, che hanno pensato bene di dar vita a “Solidarietà cittadina”. Associazione che si rivolge “a tutte le persone deluse dai partiti, che amano la loro città e che vogliono impegnarsi per una politica pulita” (chissà se anche loro useranno le scope di Roberto Maroni). E, dulcis in fundo, attenti alla nuova associazione dal nome un po’ criptico ma altisonante: “FondAzione” (con la A maiuscola), di cui è presidente il giovane Francesco Oddo, esponente viterbese di una Udc in profonda crisi di identità. Perché il vero cervello dell’aggregazione politico-civica si chiama Giammaria Santucci. Il quale ci ha abituati in passato anche a sorprese clamorose (basti ricordare le provinciali del 2010 e ciò che accadde a casa di Mario Lega alla vigilia della presentazione delle liste). E dopo essere stato scaricato per l’ennesima volta da Beppe Fioroni potrebbe inventarne un’altra delle sue.
Comunque sia, ricordando un famoso film del 1942, con protagonista Aldo Fabrizi, si può ben dire “Liste civiche: avanti, c’è posto”. Con una domanda: serviranno?
Simboli nuovi tanti, facce e proposte nuove ben poche.