C’era una volta un’ordinanza, ma adesso non c’è più. O forse si sono dimenticati di farla rispettare. C’era una volta un’ordinanza comunale del 2008 che prometteva multe salate a chiunque si fosse azzardato a lavare i vetri nei pressi dei semafori. Un’ordinanza, promulgata dall’allora sindaco Marini (che è sindaco anche oggi e lo sarà almeno fino a fine maggio) e fatta rispettare con una rigidità svizzera. Tant’è che un coraggioso – e un po’ scapigliato – cronista viterbese, tale Simone Canettieri, volle provare di persona: si travestì da lavavetri e si piazzò al semaforo di Porta Romana il giorno in cui il provvedimento entrò in vigore. Risultato: fu multato immediatamente da due zelantissimi agenti della polizia municipale.
Oggi di quella ordinanza si sono perse le tracce. E’ decaduta o semplicemente caduta in disuso (e attenzione, perché sono due concetti diversi)? In attesa di risposte, si registra il ritorno per le strade viterbesi dei lavavetri, o meglio delle lavavetri. Se ne trovano in questi giorni all’opera nei pressi degli incroci più trafficati di Viterbo. Queste ritratte nella foto stazionano dalla mattina al pomeriggio su viale Raniero Capocci, al semaforo con via della Ferrovia e via Fratelli Roselli. Qui, dove le auto si incolonnano e aspettano per diversi minuti lo scattare della luce verde. Le ragazze lavorano in coppia: una in direzione nord e una dalla parte opposta. Attrezzi alla mano, s’avvicinano indisturbate agli automobilisti e cominciano a lavare i parabrezza, anche senza chiedere il permesso. Ma il problema non è l’educazione (o la mancanza) di queste signorine. La questione è che nessuna, nelle varie occasioni in cui i cronisti di Viterbopost si sono trovati a passare da lì, è stata fermata o controllata o tantomeno multata. Hanno lavorato tranquillamente fino alla fine del loro “turno”. E l’ordinanza? E il decoro, o presunto tale, della nobilissima et antiquissima città di Viterbo? Sembra che chi di dovere se ne sia dimenticato, o meglio faccia finta di niente.
Adesso non resta che verificare la validità di un’altra parte di quella celebre ordinanza, altrettanto severa: quella che proibiva di consumare cibo e bevande in strada nel centro storico. Qualcuno se ne ricorda ancora? Al panino con la porchetta l’ardua sentenza.
prima di parlare converrebbe aggiornarsi…sono conosciute e controllate sempre ed anche cacciate anche se l’ordinanza è stata soppressa dalla Corte Costituzionale per i diritti dell’uomo…è valida solo temporanea e non definitiva come era quella di Viterbo. Così aiutiamo i basisti e quelli che osservano case da svaligiare…povera Italia….