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Viterbese, debiti e vecchi scenari

viterbeseScenari catastrofici e altri miracolosi. La sfera di cristallo dice che il futuro della Viterbese è torbido, ci si vede poco chiaro, e tutte le soluzioni al momento sono possibili. E mentre i tifosi, organizzati e non, chiedono un confronto pubblico coi tre grandi dimissionari, con l’intenzione di chiedere spiegazioni più approfondite rispetto ai ridicoli ‘’motivi familiari’’ delle prime ore, ecco che cominciano a circolare alcune ipotesi su ciò che potrebbe accadere nelle prossime settimane. Fermo restando che si attende con ansia anche una qualche presa di posizione pubblica del sindaco e primo tifoso Giulio Marini.

La soluzione interna

E’  quella di transizione, che probabilmente verrà sancita nella riunione prevista giovedì mattina. A quanto si apprende prevede la nomina di un nuovo presidente e di un nuovo direttore generale provenienti direttamente dal settore giovanile. Si tratta rispettivamente di Mario Corinti e di Massimiliano Petrelli. I quali, però, con tutto il rispetto, si troverebbero ad affrontare subito una situazione che definire d’emergenza è un eufemismo. Con la reale prospettiva di prendere soltanto tempo e di ritrovarsi a fine stagione con la stessa situazione debitoria di oggi, se non peggiore, e il rischio concreto di non potersi iscrivere al campionato.

Il ritorno di Fiaschetti

Scenario difficile. Perché l’ex patron è alle prese con gravosi impegni di lavoro e perché a sentire certe allusioni di Graziani molti dei debiti che accusa oggi la società risalgono proprio alla gestione del manager corchianese. Appare poco possibile, dunque, che Fiaschetti torni sul luogo del delitto: le minestre riscaldate non piacciano a nessuno, figuriamoci quelle avvelenate.

L’ingresso di Deodati

Idem come sopra: cioè ipotesi difficile, se non impossibile. Il perché lo ha spiegato lo stesso Angelino da Pisoniano al Messaggero: ‘’A fine stagione, secondo i patti, avrei dovuto prendere tutta la società. Ma oggi escludo questa soluzione, visto che scavando ho scoperto che la Viterbese ha circa due milioni di debiti”. Due milioni, mica bruscolini. Una cifra che tiene lontano da via della Palazzina qualsiasi persona sana di mente, fino a prova contraria.

Il fallimento pilotato

Sarebbe il secondo in meno di dieci anni, e forse il male minore. L’azzeramento della società, la palla che passa ad un curatore fallimentare e addio serie D. Ma a quel punto sarebbe possibile comunque ripartire da zero, con un nuovo titolo sportivo e un club libero da debiti, con un’altra proprietà e altri dirigenti. Che potrebbero chiedere alla Lega nazionale dilettanti un posto di nuovo in serie D, facendo leva sul prestigio della piazza e della città (capoluogo di provincia) e dei risultati sportivi complessivi degli ultimi decenni.

Il sogno Camilli

Ipotesi graditissima ai tifosi e vincolata volendo anche allo scenario precedente. Con varie soluzioni sulle quali lo stesso Comandante (che ha già annunciato l’addio al Grosseto) sta lavorando ormai da un anno. Il trasferimento del titolo della Flaminia da Civita Castellana, o l’approdo della Castrense da Grotte al capoluogo. In entrambi i casi si potrebbe sperare nella disputa della serie D, o mediante salvezza dei civitonici, oppure chiedendo un posto in serie D per i motivi di cui sopra (bacino d’utenza, blasone, eccetera eccetera). Sulla carta sembra la soluzione più logica e che fornisce maggiori garanzie, sempre che Camilli sia d’accordo e sempre che si sappiano sfruttare i tempi e i regolamenti.

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