14122024Headline:

Su Marini c’è pure l’incognita Viterbese

Giulio Marini

Giulio Marini

Giulio Marini ha una sua teoria per far uscire la Viterbese dalle sabbie mobili che la stanno inghiottendo. Giulio Marini ha stilato una road map di tappe da completare per arrivare a meta prima che sia troppo tardi. Giulio Marini sa che la salvezza della società gialloblu – di cui è straordinariamente tifoso sin da tempi non sospetti – può rappresentare un crocevia importante anche per le sue ambizioni di essere rieletto come sindaco di Viterbo. Giulio Marini sa, infine, che questa volta si fa sul serio, e si gioca a carte scoperte: niente giochetti, niente inciuci: lui è il primo cittadino, e in un momento così delicato è l’unico che può (anzi, deve) trovare una soluzione. Che gli piaccia o no.

“E’ vero, sono sindaco e sono tifoso, niente di più e niente di meno. Proprio per questo non conosco i conti della società e i debiti effettivi. Non sono neanche un imprenditore, e qui non ho certo le potenzialità per togliere dai guai la squadra che amo. Posso ragionare sui problemi, cercare di coinvolgere più persone possibili nell’operazione, e posso anche dare qualche idea su come uscire dal guado”. Avanti, allora, sindaco: martedì c’erano venticinque ragazzi disperati, lasciati soli (cioè, fregati) da quelli che avrebbero dovuto essere i loro dirigenti, con gli occhi che chiedevano una cosa sola: aiuto.

“Intanto, io propongo questo tipo di approccio al problema: mettiamo da parte per un attimo le situazioni pregresse, i vecchi debiti strutturali accumulati nelle stagioni passate. Concentriamoci sulle ultime batoste, quelle che sono arrivate nei mesi scorsi attraverso le azioni legali di ex tesserati: si tratta di alcune decine di migliaia di euro che hanno sconvolto il budget programmato per quest’anno e che hanno causato anche il ritardo nei pagamenti degli stipendi ai giocatori. Ecco, cominciamo da qui, cerchiamo di far fronte alle scadenze più urgenti, perché se non sistemiamo prima queste siamo spacciati: è un punto di partenza, ma non è l’unico”. Già, perché secondo Marini bisogna lavorare parallelamente su un altro aspetto: “Dobbiamo chiudere nel mondo migliore la stagione sul campo – spiega il sindaco – magari puntando a vincere il campionato, visto che la classifica dice meno 4 dalla vetta con due scontri diretti da giocare. Se arriviamo in una buona posizione, o se conquistiamo la promozione, ecco che la Viterbese potrebbe attrarre qualche investitore: tira più una squadra in Lega pro che una tra i Dilettanti”.

D’accordo, ma resta il piccolissimo problema che la squadra non becca un euro da tempo, che molti giocatori rischiano lo sfratto, che altri debbono pagarsi pranzo e cena da soli, e anche alcuni minacciano giustamente di non tornare in città dopo la pausa pasquale. Aiutare questi ragazzi – molti dei quali appena maggiorenni – appare la più urgente delle urgenze. Anche per una semplice questione di civiltà. Ci hanno pensato per primi i tifosi, che dio li benedica, promotori di una raccolta di fondi già da oggi allo stadio e poi per le vie della città. Marini si accoda con entusiasmo: “Questa è la strada da percorrere. Io stesso avevo versato cinquecento euro per la tessera platinum promossa dalla società, che non era altro che una forma elegante di colletta: peccato che nessuno seguì il mio esempio, solo io ho comprato quella carta (e chissà per che cosa sono stati utilizzati quei soldi, ndr). Comunque, Viterbo e i viterbesi possono fare uno sforzo importante, uno sforzo che magari non salverà la società ma le garantirà di arrivare alla fine del campionato, e potrebbe essere anche una base importante, etica, sulla quale far leva in futuro, un segnale di coesione. Chi volesse prendere la Viterbese, un domani, potrà contare su uno zoccolo duro di appassionati che remano tutti in una direzione. Sì, facciamolo”. Intanto ci ha pensato Angelo Deodati, che ha provveduto a pagare l’ultimo stipendio (comunque decurtato del 25 per cento) ricevuto dai giocatori e che forse pagherà anche gli altri due: il pressing di Marini, in questo caso, ha funzionato.

Il sindaco, dunque, continuerà “a bussare a tutte le porte”. Ha già sistemato la questione relativa a Raffaele Sergio, l’ex allenatore che oggi avrà i 20mila euro che gli spettano: la penalizzazione di due punti in classifica è scongiurata, almeno per ora, anche se non mancheranno altri ostacoli da superare, nella speranza che pure il rugby (in crisi) non si aggiunga alla collezione. Marini è costretto a giocare questa partita, perché un sindaco che abbandona la squadra della sua città rischierebbe di scontare un importante danno di immagine alle elezioni del 26 e 27 maggio prossimo. Da parte degli elettori, ma anche da parte degli avversari politici, prontissimi eventualmente a strumentalizzare il tutto. E poi Marini è sempre stato un sindaco tifoso, ibrido che ora, paradosso dei paradossi, rischia di danneggiarlo. Fermo restando che, passate le elezioni, la Viterbese avrà tutto il tempo per vivere o morire tranquilla. A prescindere da chi siederà a palazzo dei Priori.

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359   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    L’ex autista di Perugi ha una faccia che manco nei carrugi.

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