Una smentita che non basta. Il danno all’immagine ormai c’è. Le notizie diffuse nei giorni scorsi sul pane all’arsenico sono un boccone avvelenato per i cittadini ingiustamente preoccupati e per le imprese locali, ora alle prese con una sorta di psicosi visto che in tutta Italia pensano che a Viterbo ogni prodotto sia inquinato. La precisazione con cui l’Istituto superiore di sanità ha cercato di placare l’allarmismo con una stringata nota è arrivata solo quando il circo mediatico si era già attivato, parlando di cibi avvelenati dal metallo pesante. E allora l’associazione provinciale panificatori e pasticceri, Cna e Confcooperative martedì prossimo (23 aprile) si vedranno alle 18 a Viterbo (in via I maggio 3, nella sede della confederazione nazionale artigiani) per valutare il da farsi insieme agli iscritti e agli avvocati. Che si prospettino delle cause per danno all’immagine? Per ora, di sicuro c’è che fornai&co. chiederanno i rimborsi di quanto speso per installare i potabilizzatori.
“Un paio di settimane fa – scrivono le associazioni – avevamo annunciato l’avvio di azioni legali per far accertare, a titolo di risarcimento del danno subito, il diritto al rimborso delle spese sostenute da parte delle imprese cooperative e artigiane che, a causa della elevata concentrazione di arsenico nell’acqua, sono state o saranno costrette a installare impianti di potabilizzazione per poter utilizzare l’acqua nel ciclo produttivo”. Per valutare gli sviluppi della vicenda arsenico, in attesa delle decisioni che saranno adottate dalla Regione Lazio, è stato convocato questo incontro con le imprese artigiane e le cooperative alla presenza degli avvocati che curano il contenzioso.
Per tutti gli interessati, personale responsabile è a disposizione nei rispettivi uffici di Viterbo: per Cna chiamare lo 0761.2291/0761.229216, per Confcooperative, lo 0761.252115.