«Ecco là quel castello antico, ferrigno, che domina il borgo», scriveva Luigi Pirandello. Lui dalla rocca che signoreggia su Soriano nel Cimino rimase ammaliato, tanto da sceglierla a più riprese come dimora (erano gli inizia del ‘900). Poi divenne un carcere fino al 1989, infine venne semi-abbandonato. Possibile che un simile tesoro, di tre piani per circa 11mila metri quadrati, venga messo in vendita? La notizia a inizio aprile ha fatto il giro dei media nazionali. Anche se la versione uscita è un po’ distorta rispetto alla realtà dell’operazione.
“Ma che vendita e vendita. Il castello Orsini sarà dato in gestione 50ennale”. Nessuna speculazione, nessuna svendita dei gioielli di famiglia. Fabio Menicacci, sindaco di Soriano nel Cimino, mette un punto fermo sulla vicenda esplosa a inizio mese quando la notizia dell’alienazione di quella che fu la dimora di papa Niccolò III nel XIII secolo. “Parliamo – spiega – di uno dei 350 beni del Demanio confluiti in una società immobiliare creata ad hoc per metterne in vendita 300 e darne in concessione i restanti 50”. Tra questi ultimi, rientra il castello Orsini. Un’operazione di dismissioni di palazzi storici, ville e castelli decisa dal governo Monti per portare 1,5 miliardi di euro negli esangui bilanci statali.
Ecco allora svelato l’arcano. “E’ stato scritto – si sfoga Menicacci – che il Comune avrebbe messo in vendita la rocca. Ma così non è. Primo perché non è di nostra proprietà. Secondo in quanto il progetto “Dimore” nel cui ambito è stato inserito ne prevede l’affidamento in gestione a privati o enti che, a determinate garanzie, lo valorizzino per 50 anni fino a rientrare dell’investimento iniziale”.
La gara pubblica si chiuderà il 30 aprile e raccoglierà progetti per la gestione e la valorizzazione del castello. Per farne cosa? Un albergo di lusso, un ristorante, un resort. “L’investimento necessario dipende dalla destinazione d’uso che verrà proposta”, fa sapere il sindaco. Ma la base è di 15milioni di euro. Attualmente la struttura è affittata dal Demanio al Comune per l’ordinari manutenzione. “Il progetto – conclude – prevede comunque che la parte esterna del castello venga lasciata in gestione a Comuni e associazioni”. A fine mese sarà svelato il nome del Paperon de Paperoni che per mezzo secolo potrà fare della rocca degli Orsini praticamente quasi ciò che vuole.