09052024Headline:

Vinitaly, la Regione ha dato forfait

Sergio Mottura

Sergio Mottura

Solito slogan, zero investimenti. Così la Regione ha abbandonato i produttori vitivinicoli laziali. Il padiglione, che si incontra tra i primi all’ingresso del Vinitaly, è sguarnito, freddo. Gli scandali politico-economici che hanno travolto la giunta Polverini qui si sentono tutti. Basta fare il confronto con gli allestimenti di tutte le altre Regioni presenti alla fiera del vino di Verona: qui i dettagli sono curati al millimetro, lì invece tutto è lasciato alla forza del prodotto, spogliato dalle strategie di marketing e da ogni tipo di politica di valorizzazione.

Il messaggio è che tutto ricade sulle spalle, e sulle forze, dei produttori. Ma non tutti ne hanno già acquisite abbastanza. “Noi abbiamo pagato 5 mila euro per essere qui. Il contributo dell’ente fiera ha superato quello della Regione Lazio. Per questo molti produttori del Viterbese hanno dovuto rinunciare alla partecipazione”, racconta Sergio Mottura, dell’omonima cantina di Civitella d’Agliano, guru del bere di qualità nel Lazio. Lui, che ormai sul mercato è apprezzatissimo persino all’estero, partecipa e ottiene riscontri. “Abbiamo appena siglato il nostro primo contratto – ci rivela – con Singapore. Ad Hong Kong già vendiamo da tre anni”. In partenza per l’Asia a breve ci saranno 660 bottiglie di Civitella Rosso e altrettante tra Orvieto, Tregugnano e Latour di Civitella. Eppure, persino un produttore di questo livello, insignito dei principali premi nel settore, vanta debiti triennali con la Pisana per il vino fornito all’enoteca regionale. “E non so neanche se e quando verremo saldati”, commenta.

Intanto, pure da Leonardo Trappolini, titolare dell’azienda vitivinicola di Castiglione in Teverina, piovono critiche sulla Regione. “Con la stessa spesa degli anni precedenti – afferma – ci hanno dato molti meno servizi. La verità è che il Lazio non ci sa vendere. Continuano a pubblicizzarci con slogan vecchi, i soliti da decenni. C’è il vizio di smantellare quanto fatto dalla precedente giunta a ogni nuova consigliatura. Non c’è un progetto di lungo respiro e noi dobbiamo fare tutto da soli”. Eccola, allora, la fotografia di un comparto dalle enormi potenzialità che si regge solo sulla capacità imprenditoriale dei singoli.

“Gestito così, il Vinitaly non ci consente nemmeno di rientrare dei costi”, è l’amara conclusione di Marcello Scialanca, agente dell’azienda Ciucci di Orte. Loro sono nati appena quattro anni fa, e la mancanza di una politica regionale all’altezza delle sfide del settore la sentono come un cappio al collo.

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