Il faccione simpatico e lo stile colloquiale non sono stati mica intaccati dal responso delle urne, deludente anzichenò. Ci vuole altro per buttare giù un cinghiale come Ugo Biribicchi, maremmano da tanti anni a Viterbo che ha avuto los cojones per candidarsi a sindaco con la sua lista Viterbo che lavora. E che esce da queste elezioni con la maglia nera dell’ultimo arrivato, per la bellezza di 106 preferenze personali, 96 alla lista (qui il voto disgiunto ha fatto pochi danni) e una percentuale dello 0.30, quella che i cinici definiscono “da prefisso telefonico”. E per la cronaca 030 è il prefisso per Brescia e dintorni.
Biribicchi, è deluso da questi numeri?
“Dipende. Siamo nati ad aprile, in un mese questo siamo riusciti a fare. E’ il minimo”.
Analisi onesta.
“Ma c’è anche da considerare il grande astensionismo, quel 32 per cento di viterbesi che non è andato a votare. L’astensione è la vera vincitrice delle elezioni, e in questo senso tutti hanno perso perché non sono riusciti a portare la gente alle urne”.
Voi compresi.
“Soprattutto. Perché noi ci proponevamo come diversi ma evidentemente non siamo riusciti a far passare il nostro messaggio, la nostra diversità”.
Risultato?
“E’ rimasta la solita politica, con il resto della città tutt’altro che coinvolto”.
La sua avventura, e quella di Viterbo che lavora, è finita qui?
“Niente affatto. Abbiamo posto delle basi, nonostante i pochi voti. Il movimento andrà avanti, continuerò a fare il grillo parlante, saremo sempre a disposizione della gente”.
Scusi, ma senza neanche un consigliere comunale sembra un po’ difficile…
“Noi non molliamo. Continuerò a rompere le scatole”.
Quanto avete speso per la campagna elettorale?
“Nulla. Ci siamo autofinanziati, e non abbiamo certo noleggiato aerei per fare pubblicità o offerto mega cene elettorali…”
Al ballottaggio a chi girerete il vostro centinaio di voti?
“Ancora non lo so. Decideremo in questi giorni. Ho sempre detto che siamo disposti ad appoggiare chi ascolta le nostre esigenze, ma potremmo anche lasciare libera scelta”.
Tanto, cambierebbe poco…
“D’accordo. Ma se il 32 per cento che non ha votato affatto decidesse di recarsi alle urne, ecco che potremmo avere un ribaltone dei risultati del primo turno. E’ tutto apertissimo”.
E se lo dice lui, l’ultimo e fiero di esserlo, c’è da credergli. E’ parola di Biribicchi.
Il buon Biribicchi, a differenza del poco o punto empatico Filippo Rossi da Trieste (professor Ridolfi dixit), almeno è un tipo simpatico e alla mano.
grazie Giorgio, spero che almeno queste poche virtù siano trasparse a tutti, io sono così, maremmano vero e alla buona, mi reputo una persona vera e sincera