C’è il problema dei problemi ovvero la lotta al cinipide che sta causando, oltre alla morte del prodotto, anche una aspra contesa tra i produttori, da un lato quelli che tifano per la lotta biologica, dall’altro quelli che continuano ad affidarsi alla chimica. Ma, come le ciliegie, una criticità tira l’altra, perché ecco comparire nei castagneti dei Cimini il Cydie (in particolar modo Pammene fasciana o Tortrice precoce), causa principale della caduta precoce dei ricci.
Come affrontare l’emergenza? “Con un approccio organico che affronti la complessa problematica”, dice Ferindo Palombella, presidente della Camera di commercio, che dà conto della strategia messa a punto dal Tavolo tecnico sulle problematiche della castanicoltura, costituito nel dicembre scorso su iniziativa dell’ente camerale, con la partecipazione dei Comuni interessati, associazioni di categoria del comparto agricolo (Coldiretti, Cia, Confagricoltura), ministero delle Politiche agricole, Provincia, Regione Lazio, Università della Tuscia e Centro studi e ricerche sul nocciolo e castagno.
“Obiettivo del Tavolo – sottolinea Palombella – è di esaminare le criticità a tutto tondo del settore castanicolo, alla luce non solo della consolidata presenza del cinipide o vespa galligena, ma analizzando anche quegli aspetti contingenti come le particolari condizioni climatiche e l’inaspettato attacco di Tortrice precoce (Pammene fasciana), che soprattutto nel 2012 hanno fortemente minato il patrimonio castanicolo viterbese. Col rischio di compromettere l’economia del territorio, ma anche determinare profonde ripercussioni dal punto di vista ambientale e quindi di mantenimento di un fondamentale presidio di tutela del suolo, che richiede di essere affrontata organicamente”.
Tre sono le linee di azione individuate: la lotta al cinipide, da contrastare con i lanci dell’antagonista Torymus sinensis che sta cominciando a dare esiti positivi; la lotta al Cydie, monitorando nell’anno in corso l’andamento degli sfarfallamenti del lepidottero per valutarne la reale presenza; infine, ma non di importanza, interventi di sensibilizzazione per la razionale gestione agronomica dei castagneti, indebolitisi, non solo dalla galligena, ma anche da altri fattori di stress, tra cui la siccità e la carenza di elementi nutritivi.
Le tre azioni come verranno sostenute a livello finanziario? “Il Tavolo tecnico – conclude Palombella – ha individuato nel programma “Life+” la possibilità di accedere a risorse economiche dell’Unione Europea dedicate agli aspetti ambientali, con l’intento di attuare di una serie di interventi a sostegno della castanicoltura locale”.