27072024Headline:

“Fu solo uno spreco di soldi pubblici”

Marco Zappa

Marco Zappa

Stanno per ripartire. Come l’anno scorso. Tant’è che qualche giorno fa la Provincia ha pubblicato il bando, con i finanziamenti ottenuti dall’Upi, unione delle province italiane. Destinazione: Aliso Viejo, ridente – come si dice in questi casi – cittadina della California, a cinquanta miglia a sud di Los Angeles. Ancora una volta il Tuscia Operafestival sarà ospite del Soka performing arts center, per mettere in mostra le eccellenze artistiche e culturali del Viterbese. Anche l’anno scorso, alla fine di maggio, la spedizione americana ebbe luogo: peccato che fu accompagnata, qui in patria, da vibranti polemiche. Oltre agli artisti infatti, e al personale addetto ai lavori, erano partiti per Aliso Viejo anche alcuni politici – il sindaco Marini e l’assessore alla Cultura Contardo, con rispettive consorti, l’assessore Paolo Bianchini – e alcuni rappresentanti della Camera di Commercio, più  un paio di giornalisti. Oggi, a distanza di parecchi mesi, uno degli artisti che ha partecipato a quel viaggio, si è chiesto se è valsa davvero la pena spendere un sacco di soldi (pubblici) per questa presunta opera di promozione culturale.

“No, non ne è valsa la pena” risponde con coscienza Marco Zappa, pittore e candidato consigliere comunale alle prossime elezioni nelle file de La Destra. “E non lo dico per interessi elettorali – prosegue – visto che non aspiro certo a fare il sindaco, né per riaprire una polemica che ho archiviato da tempo e che non mi compete. So che io, che ho pagato il viaggio e l’alloggio di tasca mia, oltre alla spedizione delle mie 14 opere, intendo la cultura e la sua promozione in modo diverso. E che avrei usato, userei, quei soldi in modo diverso. Perché il viaggio in California non è servito a nulla”. E Zappa come promuoverebbe, invece, le arti a Viterbo e per Viterbo? Lui ha le idee chiare: “Ci sono modi molto più incisivi per far sviluppare il settore, anche sul palcoscenico internazionale. Penso per esempio ad una casa della cultura, una palazzina ricavata magari riqualificando un vecchio stabile in disuso, e ce ne sono parecchi. Dentro, tanti spazi espositivi, ristorante, aule per corsi eccetera: si potrebbero ospitare opere e artisti, magari a rotazione, magari anche dall’estero, sviluppando un circolo virtuoso di scambi culturali con altre realtà. E gli ospiti lascerebbero una loro opera, così da raccogliere nel tempo una bella collezione, per un museo d’arte contemporanea della città di Viterbo. Oggi i giovani artisti viterbesi sono costretti a cercare spazio altrove, perché a Viterbo si parla sempre dei soliti due o tre presunti maestri…” I nomi dei presunti maestri li lasciamo alle capacità deduttive del lettore.

Ma torniamo alla tre giorni sulla West coast americana. Zappa ricorda: “Intanto, va precisato che Aliso Viejo non è a Los Angeles, ma una cittadina della zona. Il posto dove abbiamo esposto era come un’università mettiamo a Bomarzo. E quasi sempre deserta, come se le lezioni fossero sospese in quel periodo. In tre giorni avremmo avuto un centinaio di visitatori, la maggior parte italoamericani”. Già, negli States gli italoamericani non mancano mai, specie quando c’è da bere e da mangiare in abbondanza… Ancora Zappa: “Non entro nel merito se i viterbesi presenti fossero ospiti dell’organizzazione o viaggiatori paganti, come il sottoscritto. Il discorso, la polemica, non mi interessa. Lo ripeto. Le mie opere? Sono ancora là, in California, dopo un anno. Adesso forse ho trovato chi le esporrà”.

Basta così. Zappa si fa degli scrupoli, giustamente, perché non vuole correre il rischio di passare per quello che ha abboccato all’amo e in fondo, sono pure affari suoi, professionali. Ma sulla spedizione in California, le perplessità – grosse perplessità – sull’aspetto economico e su quello formale restano. Ora stanno per ripartire: vedremo se questa volta decideranno di fare qualcosa di diverso. Di più trasparente. E di più produttivo.

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352   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    C’avete fatto caso che the big but stinky journalist, che del viaggio a sbafo californiano fu uno dei più illustri protagonisti, sul suo flatulente sito non ha scritto neppure mezza riga sulla testimonianza di Zappa? Che mafiosetto di provincia il nostro big but stinky!

  2. Giorgio Molino ha detto:

    Ma alla locale Procura della Repubblica nessuno legge i giornali cartacei e internettiani? Esiste ancora l’obbligatorietà dell’azione penale? Allora cosa aspetta il Procuratore della Repubblica ad aprile un fascicolo sul viaggio (a sbafo, tranne che per il povero Zappa) organizzato con i fondi UE dal Tuscia Opera Festival?

  3. Leo Viterbium ha detto:

    Come non si investe per la cultura ? Spenderanno tre miliardi di lire per rappezzare la pensilina dei bus del Sacrario a guisa di vetrina !

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