29032024Headline:

Precari in Provincia: non sparate su Meroi

Marcello Meroi

Marcello Meroi

Intendiamoci, questa vicenda dei precari della Provincia è una di quelle storie che non sarebbero dovute mai nascere. E invece, nel più classico e deprecabile costume tutto italiano, ha visto la luce addirittura nel 1999; è lievitata nel corso degli anni, dando l’illusione a una settantina di poveri cristi (un po’ meno cristi di tanti altri, visto che i primi hanno potuto contare su qualche amico influente) di poter ottenere un posto di lavoro evitando concorsi ed esami (che rappresentano sempre un’incognita); ed è infine esplosa quando la pacchia è finita e Pantalone ha deciso di non pagare più.

In tutto questo bailamme nelle peste c’è finito Marcello Meroi, la cui unica colpa è quella di essere l’attuale presidene della Provincia. Dal momento che le colpe dei padri ricadono sempre sui figli (e quelle dei predecessori sul successore) l’attuale inquilino di palazzo Gentili si trova oggi a dover gestire una vicenda in cui, da una parte ci sono una settantina di padri (e madri) di famiglia che rischiano di rimanere in mezzo alla strada; e dall’altra una legge dello Stato che ha tagliato le risorse con la mannaia, lasciandogli autonomia zero o quasi.

Ora, con tutto il rispetto per le situazioni personali, va però ricordato che queste assunzioni temporanee, poi reiterate nel tempo fino a far maturare anche anzianità decennali, sono state usate nel passato per accontentare persone che facevano parte dell’entourage politico in auge in quel momento a palazzo Gentili, evitando così l’incognita dei concorsi o i paletti della pianta organica. Insomma, il classico “fatta la legge, trovato l’inganno” che da sempre è insito nell’italica personalità. Tanto è vero che il fenomeno è stato perfettamente trasversale. Cominciò la giunta capitanata da Giulio Marini, continuò imperterrita quella guidata da Alessandro Mazzoli. Il quale fece addirittura di peggio, chiamando a lavorare – con la complicità dell’allora assessore Aldo Fabbrini – ben 13 persone a due soli giorni dalla scadenza del mandato elettorale.

E adesso? Adesso è inutile chiudere le porte, giacché i buoi sono usciti tutti dalla stalla. Forse alcuni si salveranno per un altro po’ di tempo se, con l’aiuto della Regione, si riuscirà ad attivare questi benedetti Fondi Sociali Europei. Ma sarà sempre un pannicello caldo. Perché stavolta, visto come si sono messe le cose, sarà difficile che chi è entrato dalla finestra poi riesca a imboccare la porta principale.

Comunque sia: rispetto per chi è stato illuso per così tanto tempo, rispetto anche per tutti coloro che – non per responsabilità proprie – non hanno potuto godere nemmeno di questa illusione. E, da ultimo: per favore, non sparate su Meroi. Tra tutti, è l’unico estraneo a quanto accaduto, anche se oggi la patata bollente in mano se la ritrova proprio lui.

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343   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    E vabbè, non spariamo su Meroi, non compromettiamo la sua bella carrieriuccia da politicante di basso livello e di nessun peso.

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