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Unopiù, tra un mese scade la cigs

Un'assemblea dei dipendenti della Unopiù

Un’assemblea dei dipendenti della Unopiù

Sono scesi in piazza ripetutamente per difendere il loro posto di lavoro. Hanno fatto più volte appello alle istituzioni affinché non li abbandonassero. A dicembre, la firma dell’accordo per la cassa integrazione guadagni straordinaria. Tutti 176 sono stati coinvolti, chi per più chi per meno ore. Era l’unico modo per scongiurare il licenziamento di 74 unità dichiarate in esubero. Alla Unopiù però è tornato ad attivarsi il countdown: la Cigs scadrà il 16 giugno. Dal 17, delle due l’una: una nuova forma di ammortizzatori sociali oppure partirà la mobilità per 63 addetti nella sede di Soriano nel Cimino e altri 11 sparsi per le filiali italiane dell’azienda. “Dobbiamo tenere tutti dentro. Come? Ricorrendo alla cassa integrazione in deroga, oppure ai contratti di solidarietà”, dicono i sindacati. Insomma, resta in bilico il futuro dell’azienda leader negli arredi per esterni e dei suoi lavoratori.

La scorsa settimana, il consigliere regionale del Partito democratico, Enrico Panunzi, si è fatto promotore di una riunione all’assessorato al Lavoro di via Cristoforo Colombo. “E’ stato stabilito un percorso di concertazione tra le parti – ha detto Panunzi – che spero possa portare a una soluzione positiva. Seguiamo con attenzione la vicenda: Unopiù rappresenta un marchio storico della Tuscia e va salvaguardato il patrimonio di professionalità rappresentato dai lavoratori”.

Sulla vertenza c’è anche l’attenzione del presidente della Provincia, Marcello Meroi, che ha scritto a Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato. Il responsabile di Palazzo Gentili ha inviato all’ex ministro la relazione sulla situazione della Unopiù redatta da Giuseppe D’Angelo, consulente dell’azienda. Un’iniziativa a cui plaude il consigliere regionale del Pdl, Daniele Sabatini, che invita il sindaco di Soriano nel Cimino, Fabio Menicacci, a convocare con urgenza tutte le parti.

Infine, i sindacati continuano a sollecitare sia la Regione sia la proprietà affinché l’azienda presenti un piano industriale e nessuno sia licenziato. “Serve chiarezza sulle intenzioni degli investitori: gli ammortizzatori sociali devono andare di pari passo con il rilancio della Unopiù”, chiosa Maria Elvira Fatinganti della Uil-Tucs. Dalla Filcams-Cgil, il segretario Carlo Proietti annuncia che le parti sociali hanno chiesto che la Regioni istituisca un tavolo per capire anche le intenzioni dell’investitore . “Nei prossimi giorni – fa sapere – noi incontreremo l’azienda, che verrà anche convocata alla Pisana”. Dalla Fisascat-Cisl, Fortunato Mannino ricorda: “Non servono falsi allarmismi. Stiamo lavorando per salvare l’azienda, che dopo l’Ipercoop è la seconda nel commercio a livello provinciale, e i posti di lavoro. Ma serve l’impegno di tutti”.

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