“Ci sono negozianti sotto sfratto e altri che riescono solo a pagare un acconto dell’affitto. Ma i proprietari, anziché capire il momento e pensare di ridurre il canone del 20-30 per cento, continuano solo a passare all’incasso. E il commercio nel centro storico rischia di morire”. Vinicio Di Girolamo, neoeletto presidente della Confesercenti di Viterbo, centra il problema dei problemi per il comparto del capoluogo. Saracinesche abbassate, attività decennali che arrancano per la crisi e non solo.
Quanto è pesata, nell’ambito della congiuntura economica, la politica che sinora il Comune ha portato avanti per le attività del centro?
“Il momento è delicato: siamo prossimi alle elezioni. Per par condicio preferirei non parlare. Ma una cosa è certa: al prossimo sindaco la prima cosa che chiederò è di attivare un tavolo per affrontare l’emergenza, coinvolgendo i proprietari dei locali”
Qual è, invece, la prima azione che intraprenderà come presidente di Confesercenti?
“Rivoluzionerà l’organizzazione interna. Cominceremo da subito a gestire la divisione del lavoro per aree di intervento: fiscale, credito, risorse umane, formazione. Lo scopo è ridefinire l’organigramma per apportare miglioramenti gestionali e dare maggiore efficienza della struttura. Con la prima presidenza del 22 maggio, all’ordine del giorno metterò la preparazione di una convention nel mese di giugno sui nuovi servizi che la Confesercenti offrirà agli associati”.
Di che si tratta?
“Innanzitutto, daremo assistenza per la gestione delle reti di impresa da dove passa il futuro imprenditoriale perché è qui che ci sono i contributi. Punteremo all’internazionalizzazione, visto che le aziende ci chiedono di lavorare sui mercati esteri, specie per l’agroalimentare. Il supporto verrà offerto non solo nella fase iniziale ma anche sul posto in cui si opera”
E la programmazione europea?
“Lavoreremo sui programmi finalizzati a ottenere fondi europei. E’ da lì che arrivano i fondi: apriremo uno sportello apposito per gestire le pratiche da presentare all’Ue”.
E la cassa integrazione in deroga?
“Riguarda anche alcuni dei nostri 3.200 associati. La proroga concessa dalla Regione fino a giugno è limitata perché i soldi non ci sono. Il rischio è che sarà rivisto lo strumento”.