Nessun rubinetto rimarrà a secco, ma la soluzione – more solito – è all’italiana. Nel senso che nessuno se l’è sentita di dare applicazione alla circolare dell’istituto superiore di Sanità, che prevedeva la chiusura totale degli acquedotti laddove la percentuale di arsenico supera i 20 microgrammi per litro, ma il tavolo tecnico per dirimere la questione è stato programmato per la giornata di martedì. Ergo, domani mattina in almeno dieci comuni della Tuscia sarebbe dovuta mancare l’acqua, almeno fino al momento della decisione.
Ma non sarà così, giacché è stata fatta filtrare la notizia, seppur ufficiosa, che sarà concessa una proroga fino al 30 settembre prossimo. “Come già comunicato ai sindaci interessati e a Talete – spiega in una nota il responsabile del Servizio igiene, alimenti e nutrizione (Sian), Danilo De Santis – la Asl di Viterbo ha richiesto al Ministero della salute un parere in merito all’uso consentito dell’acqua con concentrazioni di arsenico superiore ai 20 microgrammi per litro, alla scadenza del termine di proroga prestabilito. Tale parere sarà formulato in una riunione in programma lunedì 1 luglio e, successivamente, adottato nel tavolo tecnico regionale che si svolgerà il giorno seguente e al quale parteciperà anche l’azienda sanitaria locale viterbese. Non vi è quindi, nessuna indicazione di interruzione del servizio idrico da parte del Sian ai dodici sindaci dei comuni viterbesi. Non appena avremo a disposizione gli esiti del tavolo tecnico, su come poter gestire la situazione nel breve periodo, li comunicheremo ai primi cittadini, a Talete e a tutti gli interlocutori interessati”.
Nel frattempo, il nuovo direttore generale dell’assessorato regionale all’Ambiente Raniero De Filippis ha fatto sapere che i lavori per i dearsenificatori che ancora mancano all’appello dovrebbero essere terminati entro il prossimo 31 luglio, mentre per quelli della seconda fase si dovrebbe partire a fine anno (c’è tempo fino a dicembre 2014). Sono state due, principalmente, le cause che hanno provocato i ritardi: le abbondanti piogge del mese scorso e il mancato pagamento da parte della Regione alle ditte appaltatrici. Ora però i soldi sono arrivati e la Regione ha chiesto alle aziende di accelerare al massimo la realizzazione delle opere.