02052024Headline:

Filippo il furbetto e “Il ballo del potere”

Filippo Rossi

Filippo Rossi

“Ti muovi sulla destra poi sulla sinistra/Provi a fare un giro su te stesso, un giro su te stesso”. Franco Battiato canta anche di Filippo Rossi, anche se non lo sa. Perché la sua “Il Ballo del potere” (1998) è una colonna  sonora perfetta per quello che sta succedendo qui a Viterbo, oggi, in queste ore tormentate di apparentamenti e appoggi più o meno esterni in vista del ballottaggio per le elezioni comunali. E ascoltandola ancora, la canzone, e canticchiandola, e sezionandola, chissà se il leader di Viva Vitebo non trovi l’ispirazione per decidere, dopo aver fatto il classico giro delle sette chiese. Ma non quello che il pomeriggio del 3 settembre fanno i Facchini di Santa Rosa. Lui è andato prima da Michelini e poi da Marini (vero esempio rarissimo di coerenza politica e di idee del terzo millennio) in cerca di cadreghini su cui sedersi. Lui per primo. E poi magari, anche qualche suo amico rimasto fuori di giochi per carenza di consensi.

Già, la scelta è tosta. E lo ammette pure lui, il Rossi, quando alle cinque e mezzo di ieri si lascia andare su Facebook: “Un po’ di riposo in attesa di decisioni”, scrive il nostro. D’altronde, ormai manca solo lui: la Frontini appoggerà Michelini, ma senza matrimonio in chiesa; Santucci e Scaramuccia andranno con Marini, come previsto. E Viva Viterbo? Che decide Viva Viterbo? Dove sposterà il suo 12 per cento, il pacchetto di voti che potrebbe valere la vittoria di uno dei due contendenti? Andiamo con ordine, fissando delle certezze.

Per cominciare: Leonardo Michelini ha respinto la richiesta di Rossi di un apparentamento, e questa è una notizia ormai datata e assimilata. Ecco allora che Viva Viterbo è andata a rivolgersi all’altro gallo nel pollaio, e cioè Giulio Marini, quello che deve recuperare, quello che deve giocarsi il tutto per tutto. Ma se l’apparentamento con il centrosinistra sembrava soltanto difficile,  quello con il centrodestra è praticamente impossibile. Non lo vogliono molti dei militanti del movimento, approdati a Viva Viterbo proprio perché nauseati da certe faide del Pdl nonché dal suo modo di governare la città. Non lo vogliono i commercianti del centro, specie quelli più autorevoli che hanno sostenuto sin da subito Rossi. In una riunione dell’altra sera glielo hanno anche detto in faccia: “Tu puoi anche appoggiare Marini, ma noi voteremo Michelini”. Il doppio rischio di vedere il movimento spaccato, e di tradirne lo spirito iniziale (sempre che ne avesse uno), avrebbe ricondotto Rossi al punto di partenza.

E via, con un altro giro di valzer (del potere). Si torna da Michelini, abbassando le pretese. Anche in politica,  in questo modo di fare politica, conta il nobile principio del “buttare quattro per prendere otto”. Niente più apparentamento, niente più richieste esose come la poltrona di vicesindaco, stavolta. Rossi ha chiesto soltanto – si fa per dire – l’assessorato alla Cultura e magari un occhio di riguardo per la sua amata Caffeina. E Michelini questo potrebbe anche concederlo, anche perché c’è tutto il tempo per farlo (gli apparentamenti, invece, vanno sanciti entro domani alle 14).

Basteranno i voti promessi da Rossi per conquistare Palazzo dei priori? La matematica dice di sì, la realtà potrebbe essere un po’ più diversa. Di certo Michelini non può permettersi il lusso di commettere errori, soprattutto adesso che il traguardo è in vista. E una domanda resta sospesa: come prenderà, il resto del centrosinistra, questo sostegno futurista? Una coalizione che va da Sinistra e Libertà a Viva Viterbo, passando per il Pd, i gigliani e altre creature mitologiche, è davvero una bizzarra creatura.

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25   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Filippo Rossi da Trieste, portaborse e voltagabbana, ai suoi gonzi elettori finalmente rivela la sua vera natura di vera….

  2. Giorgio Molino ha detto:

    Ma l’Oscar della gonzeria (passatemi il neologismo) se lo aggiudicano i candidati della setta Viva Viterbo, che forse ancora non hanno capito di che brutta e opportunistica pasta è fatto l’energumeno di origini triestine.

  3. Giorgio Molino ha detto:

    E the big but stinky journalist, che dice the big but stinky journalist dell’ennesima capriola politica del suo protetto? A quando un rovente editoriale contro il trasformismo di Philip Red from Trieste?

  4. Andrea ha detto:

    Che faccia tosta….basterebbe un po’ di pudore, invece qui ci si vende al miglior offerente. Opportunismo ed egoismo, complimenti. E poi chi dice che i gli elettori faranno le pecore come lui comanda?

  5. Filippo Maria Cardoni ha detto:

    Beh, pezzo di Andrea,quindi non può non piacermi,citazione di Fabio Battiato,e quindi continua sempre più a piacermi e poi il bello di poter dire che “sono tutti uguali” che in questo momento storico è così giusto(si anche un pò populista ma chissenefrega)……quindi non è un bel pezzo ma un PEZZONE!!!!!

  6. Guest ha detto:

    Beh, pezzo di Andrea,quindi non può non piacermi,citazione di Frano Battiato,e quindi continua sempre più a piacermi e poi il bello di poter dire che “sono tutti uguali” che in questo momento storico è così giusto(si anche un pò populista ma chissenefrega)……quindi non è un bel pezzo ma un PEZZONE!!!!!

  7. Filippo Maria Cardoni ha detto:

    Beh, pezzo di Andrea,quindi non può non piacermi,citazione di Franco Battiato,e quindi continua sempre più a piacermi e poi il bello di poter dire che “sono tutti uguali” che in questo momento storico è così giusto(si anche un pò populista ma chissenefrega)……quindi non è un bel pezzo ma un PEZZONE!!!!!

  8. Giorgio Molino ha detto:

    Quando è in ballo una bella e remunerata poltrona, Filippo Rossi da Trieste a zì peppe e zì pepponi lesto s’appecorona.

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