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Il successo di Caffeina gli ha dato alla testa

Travaglio Rossi

Rossi con Travaglio

E adesso che la commedia è finita e che gli animi – accalorati fin qui dai fumi della campagna elettorale – pian piano torneranno ad essere sereni, lasciate che questo piccolo organo di informazione e di riflessione faccia alcune considerazioni sulla figura di Filippo Rossi, un baldo giovanotto che finalmente avrà la possibilità di tornare sulla Terra e di continuare a fare bene – e magari meglio – quello che sa fare.

E allora, partiamo da una premessa: se voi prendete il più bravo cardiochirurgo del mondo e lo mettete a fare l’ingegnere nucleare quale potrà essere il risultato? La risposta è scontata: disastroso. Ecco qual è stato l’errore madornale commesso da Filippo Rossi, al quale evidentemente il successo (meritato) ottenuto con Caffeina deve aver dato alla testa. Sicché l’uomo ha pensato di poter rivoltare Viterbo con l’appoggio dei suoi “filippini” (ovverosia i ragazzi, meravigliosi, che lo aiutano nell’avventura estiva) e puntando sul malessere diffuso che esiste (eccome) nei confronti della politica, cercando di diventare un Beppe Grillo pasta e fagioli.

Ma il giochino non gli è riuscito, né poteva riuscirgli, anche se il risultato elettorale ottenuto è tutt’altro che disprezzabile. Sicché, quando s’è reso conto che era ormai fuori dal gioco che conta, ha perso la testa e alla fine s’è dovuto sottomettere a chi il sale in zucca ce l’ha molto più di lui (leggi: Roberto Pepponi). Purtroppo, con le premesse che lui stesso aveva creato, sparando a zero per mesi e mesi sia su Marini che su Michelini, il finale non poteva essere altro se non quello cui abbiamo tutti assistito.

Ma nella vita tutti possono commettere errori. L’importante è prenderne cognizione e non continuare a battere la testa contro il muro. Filippo Rossi ha grandi doti di organizzatore, ed è stato capace di creare a Viterbo un fenomeno sociale – Caffeina, appunto – prima inimmaginabile. Ora che s’è sgravato del peso politico di fare il sindaco o l’assessore, continui su quella strada. Faccia crescere la sua creatura ancora di più. Spenda tutte le sue energie per elevare il livello culturale di una città che ne ha estremo bisogno. Si può fare politica anche così. I risultati – come Caffeina dimostra – possono anche essere entusiasmanti. E allora, Filippo Rossi torni sui suoi passi (come negli anni ’70 cantava Adriano Celentano) e vedrà che ne trarrà maggior soddisfazione per se stesso e sarà utilissimo a Viterbo e ai viterbesi.

 

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13   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Caro Sassi,

    mi dispiace ma non sono affatto d’accordo con alcune sue affermazioni. Capisco che la cosa non le leverà certo il sonno, ma onestà, intellettuale e non solo, vuole che il sottoscritto continui la battaglia che, insieme ai suoi fratelli, ha ingaggiato qui e altrove contro un esiziale individuo come Filippo Rossi da Trieste. Mi permetta, o mi consenta (per usare un’espressione molto cara a un antico e ormai rinnegato idolo dell’energumeno di origini triestine), di dirle che francamente non c’è bisogno del genio d’un Filippo Rossi da Trieste per organizzare presentazioni di libri, spettacoli di arte varia (e talvolta avariata) e bancarellacce e baretti alla maniera delle vecchie e ben più dignitose Feste dell’Unità nel centro storico di Viterbo. L’unica e rilevante differenza tra il Sempronio di turno che si cimenti in un’impresa del genere e il condottiero caffeinomane è che quest’ultimo ha goduto, fino a poco tempo fa, di appoggi e prebende che gli derivavano dall’appartenere prima a un partito (Alleanza Nazionale) e poi a un movimento rivelatosi effimero (il Fli di finiana memoria). Con entrature alla presidenza della camera, al ministero della gioventù e nei vari enti locali non è difficile tirare su un po’ di soldi per mandare avanti la baracca (tra l’altro non è dato sapere come e in che misura questi soldi siano stati spesi prima che fosse costituita la fondazione di Caffeina). Specie se si ha una milizia di giovani e meno giovani che offrono la loro forza lavoro gratuitamente (un tempo questo si chiamava sfruttamento, ma il marxismo, si sa, non è più di moda neanche a sinistra). A tutto questo poi si aggiunga il comune che non fa pagare la tassa di occupazione di suolo pubblico ed il gioco è fatto. Ci sarebbe infine da chiedersi cosa ci sia di culturale nelle presentazioni dei libri (forse il narcisismo e il parlarsi addosso degli intervistatori?) o nelle “ospitate” della solita compagnia di giro (prevalentemente formata da radical-chic e affini) che è possibile vedere a tutte le ore su tutti i canali televisivi, ma questa è un’altra storia che molti – compreso lei, caro Sassi – fanno finta di non capire. E il turismo, quale giovamento ha mai tratto il turismo dalle manifestazioni di Caffeina? Non ci risulta, infatti, che gli alberghi in quel periodo facciano il tutto esaurito. Forse qualche locale del centro lavorerà un po’ di più, ma non ci sembra un dato tale da gridare al miracolo. Per quanto ci riguarda, abbiamo la speranza, non infondata, che i viterbesi, ma anche i viterbicoli, dopo aver scoperto il bluff del Filippo Rossi da Trieste politico, ora scoprano anche il bluff del Filippo Rossi da Trieste organizzatore culturale.

    Buona giornata e cordiali saluti.

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