Gente che va, gente che viene. No, non è l’Hotel Excelsior di Roma (o di qualsiasi altra città, fate voi), bensì la sala consiliare di palazzo dei Priori, che nelle prossime settimane vedrà tante facce nuove e non ne vedrà più altrettante ormai conosciutissime.
E’ il classico ricambio (stavolta più accentuato) che si registra ad ogni elezione, perché questa è la politica e questa è la democrazia, bellezza. Dove conta avere quelli che, oltre a votare la tua lista, devono darti anche la preferenza, ossia scrivere il tuo nome sulla scheda. Nelle comunali poi, contano le amicizie, le parentele, le lobby e quant’altro. E spesso il risultato finale è che in consiglio non entrano i più capaci o i più competenti, ma chi s’è saputo muovere meglio nelle relazioni interpersonali. Così stavolta è accaduto che due consiglieri, che si sono rivelati utili per la città, sono rimasti fuori della porta. Parlo di Antonio Obino (lista Ego sum leo) e Francesco Simoncini (Lista La destra).
Partiamo dal primo: imprenditore della pubblicità con il pallino del decoro urbano, per cinque anni è stato il vigilante del motto “la città più pulita è più bella”. A bordo della sua moto ha girato in lungo e in largo centro e periferia alla ricerca degli scempi, segnalandoli all’esecutivo e sollecitandone la rimozione. Ha ingaggiato una vera e propria lotta di civiltà contro i writers, convincendo gli studenti dell’istituto magistrale Santa Rosa a scrivere le loro frasi sui telefonini e non sui muri. E’ arrivato anche a istituire un premio in denaro per i writers pentiti. Meritava di continuare la sua opera, ma sicuramente lo farà ugualmente, pur non sedendo più sui banchi di palazzo dei Priori.
Il secondo: consigliere di lungo corso, ha dimostrato coi fatti il suo immenso amore per gli amici a quattro zampe. Ricevuta la delega per l’assistenza agli animali, si è reso protagonista di tante iniziative, tra cui la proposizione, con relativa approvazione, del regolamento per i diritti degli animali, l’organizzazione della “Festa dell’amicizia a quattro zampe”, l’approvazione della delibera che eroga un contributo a chi adotta un cane. E, da ultimo, l’atto forse più importante: l’acquisto da parte del Comune del canile di “Settepani” a Bagnaia, per farne un ricovero degno dei più cari amici dell’uomo. Un’opera che purtroppo non potrà portare a termine da consigliere comunale. La speranza è che comunque venga coinvolto affinché, magari con altro ruolo, possa dare ancora il suo prezioso contributo.
Peccato non riavere il delegato al decoro (quale?) urbano e il camerata bau-bau a far flanella a Palazzo dei Priori? Nessuno li rimpiangerà, di questo possiamo esserne più che sicuri.