“Mi ci sono volute un po’ di ore di sonno per riprendermi dall’esperienza di Special Olympics, questo è vero. Però ora che ho metabolizzato e realizzato tutto ciò che è successo, ringrazio il mio cuore che mi ha spinto a scegliere di affrontare questa meravigliosa avventura buttandomici a capofitto perchè, finalmente, sono fiera di me.” “Il sole e la luna illuminano e riscaldano l’intero universo. Voi, atleti speciali, siete le stelle che – con il vostro sorriso, la vostra allegria e la vostra semplicità – illuminate, riscaldate e riempite il cuore e l’anima di chi vi ha conosciuti, di chi vi conosce e di chi avrà la fortuna di conoscervi.”
Questi sono solo alcuni dei centinaia di commenti che i circa 300 volontari viterbesi presenti agli Special Olympics hanno postato su Facebook per condividere il proprio stato d’animo, durante e dopo la fine dei Giochi nazionali di nuoto dedicati agli atleti speciali che si sono svolti, a Viterbo, dal 22 al 26 giugno scprsi. Atleti speciali, persone affette da disabilità di tipo psichico che rendono le loro azioni – e reazioni – così diverse dalle nostre ma, spesso, molto più spontanee ed umane.
Ho avuto il privilegio di coordinare e gestire i quasi 200 volontari destinati al Villaggio olimpico, una sorta di “caos organizzato” allestito – al Pala Malè – per far divertire gli atleti al di fuori delle gare in piscina. Nei giorni scorsi i mezzi d’informazione hanno dato risalto alle gare, alle feste, agli atleti presenti ed alle loro storie: sono il vero cuore di Special Olympics. Ma, come si suol dire, se gli atleti sono il cuore, i volontari sono l’anima di manifestazioni di questo genere. Ed è proprio a loro che voglio dedicare questo mio ingresso su Viterbopost.it.
Per via del consiglio comunale, mi sono dovuto perdere il momento degli addii – preferisco pensare ad arrivederci – con atleti e volontari che, mi dicono, è stato particolarmente commovente. Per questo utilizzerò questo spazio per ringraziarli – a titolo personale, perché Special Olympics lo ha già fatto in quell’occasione – per le giornate impiegate in un servizio che, ai più, era sconosciuto ma che si è rivelato un’esperienza faticosa ma entusiasmante.
Ragazze e ragazzi, siete stati forti, avete colto il senso del servizio a cui eravate chiamati, che non prevedeva perfezione, ma tanta umanità. Lo avete capito e, a questo punto, sarebbe un crimine disperdere un patrimonio di solidarietà di questo genere. Io qualche idea ce l’avrei e sarò lieto di condividerla con tutti voi; il percorso deve continuare. Siamo solo agli inizi, perché: “Che io possa vincere ma, se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze (giuramento degli atleti agli Special Olympics)”.
A leggere i pipponi politicamente correttissimi di Moricoli vengono minimo i diverticoli.