27072024Headline:

Un secolo di vita, ma non lo dimostra

Massimo Caporossi, direttore generale della Banca di Viterbo

Massimo Caporossi, direttore generale della Banca di Viterbo

Sedici sportelli, più tre postazioni bancomat, duemilaquattrocento soci. Ecco le coordinate della struttura fisica della Banca di Viterbo. Poco più di un secolo di vita anche se non dimostra tutti i suoi anni perché riesce puntualmente a stare al passo con i tempi. «Però – sottolinea il presidente, Luigi Manganiello – senza dimenticare la nostra vocazione di essere un istituto di credito cooperativo che intende stare vicino alle imprese, alle famiglie, ai giovani». Una strategia diversa rispetto a quella dei grandi gruppi dove fare finanza è diventato l’obiettivo più importante, perfino preminente, sulla funzione istituzionale del fare credito.
Una strategia, quella adottata dalla banca made in Viterbo (1911), che è anche premiante se è vero che il bilancio 2012 chiude con risultati positivi anche se non lusinghieri. Perché la crisi ha colpito tutti indistintamente. Sul 2011, gli impieghi sono saliti dell’1%, quasi un miracolo rispetto al -2,6% del dato nazionale; la raccolta del 4,6%, le obbligazioni dell’1%. Sono cresciute anche le sofferenze (+44%) e sono scesi dell’1,2% gli utili. A dimostrazione che la crisi ha tagliato le rendite delle famiglie e il denaro per le banche.
Il presidente Manganiello, in conferenza stampa, ostenta un cauto ottimismo per il futuro. «Anche se – avverte il direttore, Massimo Caporossi – dal tunnel non siamo usciti e chissà quando ne usciremo». Ciò non toglie che la Banca continuerà a perseguire il target per cui è nata: quello di cooperare alla crescita e allo sviluppo della Tuscia attraverso l’erogazione del credito a famiglie e imprese. «Ciò non toglie che noi dobbiamo essere attenti, sempre più attenti, all’erogazione del denaro. Dobbiamo avere un occhio vigile sulla stabilità del nostro patrimonio, perché solo così saremo in grado di mantenere aperto e magari ampliare il canale del credito». Diciotto i milioni attivati dalla Banca viterbese rispetto ai sedici del 2011.
Non teme l’istituto di essere colpito dall’attacco concentrico dell’on line, cioè dalle nuove iniziative messe in campo dai grandi competitor nazionali e internazionali? Caporossi mostra una certa sicurezza: «Noi preferiamo puntare sul fattore umano, cioè avere un contatto diretto e personale con i nostri clienti. Una sorta di fidelizzazione che ci ha permesso e ci permette di essere competitivi magari riducendo i tassi di interesse come abbiamo fatto con i mutui prima casa o migliorando la funzionalità dei nostri sportelli». Non è un caso che la Banca di Viterbo è al primo posto per la rapidità delle operazioni: cinque giorni. Quasi un miracolo in un mondo dominato dalla Burocrazia.

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