Da Patrizia Berlenghini, esponente del Pd viterbese, riceviamo e pubblichiamo:
Sembra, dalle continue manifestazioni pubbliche, che le condizioni della vita quotidiana, all’interno dell’Istituto Villa Buon Respiro stiano, a confronto con un passato anche abbastanza recente, rapidamente e sempre più degradandosi. Le ragioni potrebbero essere individuate in una pluralità di circostanze che, se fossero vere, e considerate nella loro globalità, sarebbero sufficienti a spiegare questo presunto cambiamento in negativo della qualità della vita:
- Sembra, ormai da tempo, si sia creato maggiore distacco della direzione operativa dai singoli genitori, ai quali verrebbe rifiutata sistematicamente ogni richiesta, che dal concetto stesso della vita e del lavoro per e con i disabili; quello che sarebbe venuto a mancare, sostanzialmente, sarebbe proprio la capacità di “comprendere” la disabilità e questo comporterebbe di necessità che tutte le misure che vengono prese, a volte mascherandole anche con ragioni “tecniche”, risponderebbero esclusivamente a motivazioni aziendalistiche;
- La vita quotidiana sarebbe scandita, oramai, non dalle necessità, dai desideri e dalla fantasia di chi, per qualche ragione è ricoverato, ma da regole e ritmi che sarebbero quelle assolutamente istituzionalizzanti dei reparti ospedalieri. Il tempo, oramai si vive all’interno dei reparti stessi, in alcuni casi senza uscirne neanche per mangiare; all’esterno della Villa la quasi totalità del terreno è destinata ad “altro”…gli assistiti non godono più di spazi ampi come avveniva in precedenza.
- Sembra che il clima di gestione ordinaria sia attualmente piuttosto autoritario: le decisioni avvengono senza il coinvolgimento degli operatori ai quali sarebbero poi esposte sostanzialmente come dati di fatto, senza nemmeno curarsi, in alcuni casi, delle conseguenze che ciò può comportare nella vita e nell’equilibrio personale di quelli che dovrebbero essere assistiti, i quali le subirebbero allo stesso modo degli operatori
Gli assistiti, in realtà, sono gli stessi che fino a qualche tempo fa partecipavano attivamente in spettacoli teatrali per le vie di Viterbo, in occasione delle festività cittadine, che prendevano parte attiva manifestazioni pubbliche come “San Pellegrino in Fiore” gestendo tranquillamente, ovviamente con l’aiuto degli operatori, il loro stand come tutti gli altri partecipanti. La Direzione Sanitaria sembrerebbe più preoccupata ad agire in accordo con le direttive della Direzione operativa piuttosto che di “curare gli interessi degli assistiti” , tutto questo ci porta in evidenza che non ci sono più strategie idonee al governo dell’ Istituto ma solo decisioni dettate dall’occasionalità e improvvisazione. Il personale, dal punto di vista quantitativo, come affermano le organizzazioni sindacali, è al limite della decenza sopportando carichi di lavoro fin troppo gravosi. Tra l’altro da troppo tempo il pagamento degli stipendi è in arretrato di mesi, senza contare gli adeguamenti contrattuali.
Sarebbe interessante conoscere, se la Asl abbia ben chiara quale sia la natura vera e lo scopo di questa importante struttura . Il nostro interesse è che tutto questo venga verificato, per noi è fondamentale che non ci sia la paventata chiusura di Villa Buon Respiro, ma fare in modo che venga ripristinato quel clima di collaborazione tra familiari, operatori, direzioni e assistiti che ha sempre avuto e caratterizzato la vita dell’Istituto e per il quale lo stesso era noto e stimato da tutti e dappertutto.
Patrizia Berlenghini