Occorre prendere atto che il Sistri non è idoneo, perché comporta eccessivi sovraccarichi organizzativi, e va quindi abolito con un intervento legislativo, abrogando le norme che lo prevedono. Lo hanno scritto, nero su bianco, le 31 organizzazioni d’impresa che hanno partecipato alla consultazione promossa dal ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando. Il documento, che certifica il fallimento del Sistri e fissa i criteri per la messa a punto di un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, è stato condiviso dai funzionari ministeriali e formalizzato al ministro.
Questa presa d’atto, da parte del Ministero, di un quadro che la nostra associazione ha denunciato ancora prima dell’entrata in vigore del Sistri, rappresenta un punto di svolta. Ci auguriamo che adesso si avvii un lavoro serio per riscrivere le regole, tenendo conto delle nostre proposte per un sistema caratterizzato da requisiti di semplicità, flessibilità, non onerosità per le imprese e pienamente integrato con modelli esistenti, quali l’Albo Gestori Ambientali.
Certo è che, se il Ministero avesse dato ascolto alla Cna e alle altre associazioni al momento giusto, alle imprese sarebbero stati evitati oneri burocratici e costi, sostenuti, oltretutto, per un servizio che non è mai partito. Per la Tuscia, parliamo di 1.566 aziende produttrici di rifiuti speciali e di 140 autotrasportatori che si sono iscritti al Sistri.