Domani allora, sarà il giorno della soluzione di questa mezza crisi di mezza estate che, pur non avendo preoccupato troppo le masse, rischiava di paralizzare l’attività amministrativa della Provincia. E’ stato il colpo di reni del presidente Meroi – da buon portiere qual è – a mettere fine ad un mese di schermaglie e balbettii tra le varie componenti della maggioranza. Che ad un certo punto, prima dell’intervento meroiano, sembrava avere tutto l’interesse a tenere a bagnomaria la situazione.
Alle 12 la conferenza stampa di presentazione, con qualcosa che è andata a posto e qualcosa ancora da sistemare. Di certo c’è il modulo, giusto per rimanere in ambito calcistico, quel 3-2-2 laddove 3 sono gli assessori destinati al Pdl, 2 ciascuno all’Udc (che avrà anche la presidenza, destinata salvo sorprese, a Francesco Bigiotti) e 2 a Fratelli d’Italia. Anche sui nomi sono più le certezze che i dubbi: nel Pdl uscirà Luigi Ambrosini (agricoltura, caccia e pesca) per Roberto Staccini. Confermati invece Equitani all’ambiente e Fraticelli alla cultura. Rimarrebbe così con un palmo di naso quell’Alessandro Cuzzoli, ex sindaco di Caprarola, che ha puntato i piedi a più non posso per ottenere quella poltrona. Vedremo però come la prenderà il Pdl che, a suon di comunicati giurava che “tutto andava bene così”. Alla faccia della calma olimpica. In consiglio, al posto di Staccini, entrerebbe Laura Allegrini.
Nomi fatti anche per Fratelli d’Italia, col rientro di Piero Camilli nei panni di assessore ai Lavori pubblici e l’aggiunta del decano Antonio Fracassini alla Formazione, al posto del dimissionario Paolo Bianchini. Le due promozioni comporteranno l’ingresso di altri due tra i non eletti in quota Pdl (perché allora Fratelli d’Italia non esisteva): vale a dire i civitonici Cataldi e Urbanetti.
Nodo risolto, secondo la proposta Meroi anche in casa Udc con la conferma di Vita e Danti e la proposta di Bigiotti presidente del consiglio provinciale (a patto poi che i consiglieri lo votino). E Paolo Barbieri? Rimarrà a piedi. Sempre che tutti siano d’accordo sulla proposta presidenziale. Ma c’è ancora un giorno per discutere (e per litigare).