La crisi morde le gambe all’economia della Tuscia. Non c’è settore immune, non c’è un’oasi felice in cui rifugiarsi. E un po’ come per tutti i fenomeni che interessano l’Italia, qui le cose arrivano dopo. Così pure le difficoltà economiche, che proprio in questi mesi si accumulano, dando la sensazione che la risalita nel Viterbese slitterà ben oltre il 2014, come invece si stima avverrà nel resto del Paese.
Dopo l’allarme lanciato dalla Uil sull’impennata della cassa integrazione a maggio, in due giorni i viterbesi hanno toccato con mano altre due vertenze bollenti. Quella del gruppo Ro.Ri della famiglia Angelucci, proprietaria della clinica Nuova Santa Teresa sulla Tuscanese e della Cra di Nepi. Qui è ancora aperto il braccio di ferro con la Regione tra mancato accreditamento dei posti, non riconoscimento dell’attività privata e soldi dei rimborsi rivendicati da una parte, non riconosciuti dall’altra. In mezzo, 180 lavoratori di cui 45 da martedì prossimo torneranno in cassa integrazione, con lo spettro del licenziamento che resta dietro l’angolo.
Ieri mattina lavoratori e sindacati hanno organizzato un sit-in in piazza del Comune. “Vogliamo – commentano Cgil, Cisl, Uil, Usb, Fials e Ugl – richiamare l’attenzione di cittadini, istituzioni e politici su un problema da molto tempo irrisolto, confidando in una politica locale e regionale che sappia dare risposte ai lavoratori che sempre più spesso vedono ritardare il pagamento dei loro stipendi e a rischio il proprio posto di lavoro ma che danno ogni giorno il meglio di sé e della loro professionalità nell’assistere i pazienti”.
Per un fronte da sempre caldo come quello della sanità, se ne apre un altro, inatteso e per questo ancora più preoccupante. Terme dei Papi, stabilimento simbolo del settore a Viterbo, è costretta a mandare in cassa integrazione quasi la metà dei dipendenti. Ben 45 addetti su un totale di 103 resteranno a casa per ora sino al 30 settembre (quando scadrà la proroga della cig in deroga concessa dalla Regione Lazio), ma l’obiettivo della proprietà, che fa capo alla famiglia Sensi, è quello di ottenere il sostegno degli ammortizzatori sociali sino a dicembre. Come nasce la vertenza? Con la crisi. Il servizio che più ha risentito del calo di fatturato è quello dell’estetica, con un meno 65 per cento. Segue il punto vendita calato del 40, gli ingressi nella grotta naturale e il bar dell’hotel con meno 20, le prenotazioni in albergo giù del 5. E la cassa integrazione coinvolgerà proprio gli addetti di questi reparti, insieme alla reception delle terme, a quella dell’hotel e al cameriere ai piani.
“Se persino questo settore è in difficoltà – commenta amareggiato Fortunato Mannino della Cisl – significa che a Viterbo serve una scossa, altrimenti si rischia il baratro. Ed è il Comune a dover prendere in mano subito la situazione, attivandosi per riaprire le ex Terme Inps e investire nel comparto”. La richiesta del sindacato è quella di attivare un immediato tavolo di lavoro per investire sulle terme, riaprendo in primis lo stabilimento ora in disuso sfruttando, secondo Mannino, fondi europei e project financing.