27072024Headline:

Rimpasto? Ma l’Udc punta i piedi

Francesco Bigiotti (Udc)

Francesco Bigiotti (Udc)

Il giorno dopo la sentenza della Consulta, che ha dichiarato le Province, intese come enti,  non cancellabili, quella di Viterbo, di Provincia, rischia di naufragare contro gli scogli aguzzi della politicuccia all’amatriciana. O almeno, ciò rischia l’amministrazione guidata da Marcello Meroi, data di scadenza 2015, alle prese con le bizze della maggioranza.

Il consiglio provinciale di ieri mattina ha visto concretizzarsi le annunciate dimissioni del presidente Piero Camilli e dell’assessore alla Formazione Paolo Bianchini. Dimissioni delle quali Meroi ha preso atto, senza però azzerare gli altri incarichi della Giunta e dando via a una verifica. Una mezza crisi, insomma, della quale vanno ricercate le cause. Innanzitutto quelle a monte, che risalgono alle elezioni comunali, alla sconfitta del centrodestra e alle successive macerie lasciate soprattutto nel Pdl. Non solo: le urne, in quel caso, hanno anche consegnato un posto da consigliere comunale a Gianmaria Santucci, che perciò ha dovuto – deve e dovrà – sacrificare la sua poltrona da assessore in Provincia. L’uomo indicato per sostituirlo, sempre in area Udc (benché l’Udc sia spaccata in due tronconi, gigliani da una parte, santucciani dall’altra) sarebbe Paolo Barbieri. Ma l’avvicendamento ha creato malumori all’interno della maggioranza stessa.

Segnatamente, dentro Fratelli d’Italia, che cogliendo la palla al balzo, negli ultimi giorni hanno richiamato Meroi ad un’azione più incisiva, ad uno scatto d’orgoglio presidenziale che possa rilanciare l’attività stessa di palazzo Gentili. Precisando due concetti. Primo: “Non lo facciamo per ottenere poltrone, ma come partito emergente, nelle idee e nei consensi”. Secondo: “Proprio perché emergenti, noi non ci stiamo a fare da stampella per risolvere i problemi degli altri partiti”. Ogni riferimento alle macerie pidielline e alle beghe uddiccine forse non è puramente casuale.

Fatto sta, che mentre Meroi in consiglio ha subito provato a razionalizzare, definendo il problema “politico” e non certo “amministrativo”, ma ammettendo anche che “o la Provincia funziona oppure si va tutti a casa. Di certo l’azzeramento della Giunta non mi sembra la soluzione a tutti i mali. E non mi tiro indietro davanti alle richieste di Fratelli d’Italia, pur precisando che non tradirò il modo di fare politica che mi contraddistingue da quant’anni”. Niente forzature, dunque, però massima disponibilità a parlarne.

E allora, tutto lascia presagire per un rimpasto. Con un assessorato in ballo, un assessorato sul quale Fratelli d’Italia ha puntato il mirino (e per il quale potrebbe spendere la carta Fracassini junior, già trombato alle ultime comunali) ma che l’Udc è pronta a difendere con i denti. E già, perché il capogruppo Francesco Bigiotti ha già tuonato che i centristi vogliono mantenere tre assessorati (gli altri due sono Vita e Danti), che la crisi non riguarda il loro partito. E va bene le consultazioni con il presidente Meroi, e gli altri della maggioranza, e va bene il dialogo, ma l’Udc non vuole perdere la faccia, come non vuole perdere quella poltrona. A costo, magari di far crollare palazzo Gentili. Adesso spetta a Meroi ascoltare, ragionare e poi decidere. Col rischio praticamente certo di scontentare qualcuno per accontentare qualcun altro.

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27   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    L’udc e le sua belle poltroncine e figurine di m.

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