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Roberto Calderoli, un uomo da brividi

Roberto Calderoli

Roberto Calderoli

Ma che Paese stiamo diventando? O meglio, che Paese siamo diventati? Leggendo le ultime dichiarazioni del vice presidente del Senato (ma pensa un po’) Roberto Calderoli sul ministro Cécile Kienge vengono i brividi e viene da pensare se oggi la politica si faccia soltanto cercando di far breccia sul ventre della gente, già abbastanza incazzata di suo per la crisi che fa stringere la cinghia oltre il limite, piuttosto che sul cuore e sul cervello.

“Fa bene a fare il ministro, ma forse lo dovrebbe fare nel suo Paese. È anche lei a far sognare l’America a tanti clandestini che arrivano qui” ha detto dal palco della festa della Lega Nord a Treviglio. E poi: “Io mi consolo — ha detto davanti a circa 1.500 persone — quando navigo in Internet e vedo le fotografie del governo. Amo gli animali, orsi e lupi com’è noto, ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di orango”.

Ora, le cronache non riportano se nella circostanza Calderoli abbia ricevuto applausi o sia stato addirittura osannato dai presenti. Ma bastano questi pochi particolari per far cadere le braccia. Per pensare che il nostro livello di civiltà deve ancora crescere, e molto; che gli sforzi che sta facendo Papa Francesco (ricordiamo la sua recente visita a Lampedusa e il messaggio che ha lanciato) siano in realtà sprecati, almeno in quella parte d’Italia che – è inutile negarlo – cova nella sua mente profondi sentimenti razzisti. Eppure il livello culturale generale dovrebbe essere cresciuto. E la storia, quella che si studia sui libri di scuola al liceo, ma anche alle medie, dovrebbe fungere da insegnamento per non ripetere i tragici errori che sono stati commessi in passato e che oggi tutti condannano.

Tra l’altro, il corso della storia non si ferma e oggi dobbiamo essere tutti consapevoli che in futuro la nostra sarà sempre più una società multirazziale. In cui l’uno ha bisogno dell’altro. Oggi gli extracomunitari in Italia eseguono i lavori più umili (spesso sottopagati) che gli italiani non vogliono più fare e svolgono veri e propri servizi sociali (pensate a tutte le badanti che si occupano degli anziani) che lo Stato non può offrire. Ma vengono derisi e vilipesi da gente che non ricorda più come i propri nonni, all’inizio del secolo scorso, partivano in nave con la valigia di cartone alla ricerca di un lavoro negli Usa o in Sud America.

A proposito di Usa: a capo del più forte stato del mondo dal 20 gennaio 2009 c’è un uomo di colore. Ma nessuno dei suoi avversari politici, in questi quattro anni, s’è mai segnato di attaccare Barack Obama per la sua pelle. Che vuol dire? Che tra gli Usa e noi, a livello di civiltà, c’è ancora – purtroppo – una bella differenza.

Quanto a Roberto Calderoli, va fatta un’ultima considerazione: il problema non è lui, ma tutti quelli che lo hanno votato e che purtroppo continueranno a votarlo.

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26   Commenti

  1. E’ ora di dire basta, di reagire e di essere fermamente intolleranti nei riguardi degli intolleranti e dei razzisti. Siamo nel 2013, l’ uomo più potente del mondo è di colore….è c’è qualche imbecille ( purtroppo non uno qualunque ma addirittura il Vice Presidente del Senato ) che pur di elemosinare consensi non esita a rispolverare la squallida tesi razzista della somiglianza delle persone di colore ai Primati. Vergogna Calderoli. Da oggi indipendentemente dalle dimissioni o meno non sei più per milioni di italiani il Vice Presidente del Senato, ma solo un enorme ignorante in mala fede!

  2. Francesco Scialacqua ha detto:

    Il problema non è solo nel merito della faccenda, razzismo o non razzismo. Siamo in una politica dove il contenuto conta meno del volume con il quale si parla. Calderoli e molti altri della lega puntano a dirla sempre più grossa per avere spazio. Così mantengono il loro status. Se uno come Borghezio o Calderoli venisse censurato (nel senso ignorato) invece che amplificato verrebbe dimenticato nel giro di poco tempo. Ed invece prendono i voti di quel drappello di tifosi estremisti ed hanno sempre un posto buono nel paradiso degli eletti.

  3. Giorgio Molino ha detto:

    Molto più da brividi l’ex pennivendolo Filippo Rossi da Trieste che, non più tardi di pochi anni fa, scriveva su un periodico come “L’Italia settimanale” (vicino ad Alleanza Nazionale) che stigmatizzava, sbattendo un paio di neri in copertina, l’Italia meticcia (sic) e ora si scandalizza per le sparate dell’ex alleato Calderoli.

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