Ricordo che eravamo molto giovani (30-35 anni orsono), ricordo che avevamo una sorta di altarino in camera, con fotografie sfocate e bootleg (dischi pirata) in bella mostra…
Era il culto mitologico di un artista d’oltreoceano mai visto in Italia, ma di cui si narravano leggende di concerti interminabili ed infuocati di cui erano una sbiadita testimonianza, appunto, i 33 giri fuori catalogo arrivati in Italia per vie traverse…
E ricordo le ore intere passate all’Underground di via Roma, quando si spargeva la notizia dell’arrivo di una di queste testimonianze fino a che, ad un certo punto (1985)… The Boss arriverà in Italia… sarà vero… e quando? Il 21 giugno a Milano… ma io ho un esame il 22… pazienza (ricordo che usai un’altra terminologia)… e i biglietti? Ce li trova Mario e… organizziamo un pullman! Partenza alle 22 del giorno prima, alle 9 eravamo davanti a San Siro e poi… l’apoteosi!
Bruce Springsteen infiammava gli 80.000 spettatori con quello che è ricordato, tuttora, come uno dei migliori concerti della storia del rock!
L’esame del giorno dopo non lo passai ma, appunto… pazienza!!!
Da allora ho partecipato ad altri 10-15 concerti del Boss e a qualche centinaio di altri artisti ma, nel 2013, il live act di Bruce Springsteen & The E Street Band resta il miglior rock’n’roll show al mondo!
Roma (Capannelle), 11 luglio 2013: davanti a 35.000 persone di tutte le età (c’erano anche i gonfiabili per i bambini…) va in scena qualcosa di unico e che non sarà ripetuto… un concerto fattibile solo in Italia, la terra in cui Bruce (di nonni pugliesi) ha i suoi fans più accaniti e devoti…
Solo qui sarebbe stato possibile proporre una scaletta di 3 ore e 20 minuti, con un’ora di brani di 40 anni fa che non vendettero nulla all’epoca e che, probabilmente, non ricorda neanche il pubblico americano… ma noi sì!!
Chi c’era, potrà dire di aver assistito ad una delle pochissime esecuzioni live di New York City Serenade (1973), una sorta di suite di 11 minuti che abbisogna di un’orchestra d’archi per essere suonata e… a Roma c’era! Non credevo alle mie orecchie!
Poi i brani a richiesta, il bambino che viene passato sopra le braccia delle prime file per portare un cuoricino a “nonno” Bruce – eh sì, ha quasi 64 anni! – che sprizza ancora energia da tutti i pori!!
E via con i bis – quasi un altro concerto di un artista “normale” -, i suoi brani più famosi e…
Tenth Avenue Freeze-out… in qualche modo, si parla degli inizi, fino alla frase in cui “the Big Man joined the band”… un lungo e lento applauso per il resto della canzone, mentre sullo schermo largo 60 metri passavano le immagini di Clarence e delle sue gag con il Boss, anche di Danny… non ci sono più… e finisce con l’espressione triste di Clarence “Big Man” Clemons che, più in alto di tutti, guarda i suoi fans ammutoliti che, a loro volta, si rivolgono al Boss che, con gli occhi lucidi e la testa bassa, fa per uscire di scena… sarebbe un finale memorabile ma…
…Bisogna onorare chi se ne è dovuto andare con un ultimo Twist and shout – urlando la liberatoria “I’m just a prisoner of rock’n’roll” – e poi, esausti ma felici, con un’intensa ed emozionante versione acustica della mitica Thunder Road…
… e le ultime parole – “it’s a town full of losers and I’m pulling out of here to win” – scritte da un giovane di provincia americana 40 anni fa, fanno venire i brividi ancora oggi, se riferite ai ragazzi/e della gran parte del mondo che non vorrebbero arrendersi ma che, per vincere, sono spesso costretti ad andarsene…
E finisce con un ragazzo di 16 anni che mi ringrazia per averlo portato al concerto…
Thank you, Bruce!
Dalle esternazioni politicamente correttissime alle masturbazioni giovanili(stiche), la prosa del Sor Moricoli non cambia, rimane sempre e comunque saporifera.