Lo avevamo definito un banco di prova grazie al quale capire chi effettivamente ha interesse a salvare le imprese e la loro competitività e chi, invece, non traduce mai le proprie enunciazioni in atti concreti. Era marzo quando dai vertici dell’associazione provinciale partiva l’appello alle istituzioni affinché intervenissero in merito alla nuova tassa sui rifiuti che, prevista dal decreto Salva-Italia, sostituisce Tarsu e Tia.
Il nostro obiettivo, oggi come allora, è di impedire che la Tares si traduca nell’ennesima tassa aggiuntiva per imprese e famiglie. Uno degli aspetti fondamentali sottolineati da Confartigianato Imprese di Viterbo, sul quale si chiede la massima attenzione da parte dell’amministrazione, consiste nella definizione dei principi determinanti la qualità dei servizi. È fondamentale che gli utenti possano individuare chiaramente le voci dei costi utilizzati per assicurare la qualità del servizio. Il richiamo, dunque, è alla definizione circostanziata dei principi di trasparenza in modo da assicurare agli utenti un servizio di qualità a fronte della loro spesa.
In merito al principio di trasparenza, l’associazione aveva individuato già qualche mese fa una serie di punti sui quali fare estrema chiarezza: dalla definizione della tariffa per un corretto bilanciamento/ripartizione tra utenze domestiche e non domestiche a quella dei principi di trasparenza comunicativa da parte dei Comuni, passando per la definizione delle riduzioni e delle agevolazioni che la Pubblica Amministrazione potrebbe applicare a imprese e cittadini.
In questi giorni, l’affaire Tares è divenuto uno dei problemi all’ordine del giorno dell’agenda amministrativa e da più parti sono state avanzate richieste d’intervento rivolte alla gestione comunale, tra queste la proposta, lanciata dalla Cisl provinciale, per l’avvio di un tavolo di concertazione riguardante l’alleggerimento della tassa. Il momento di confronto finalizzato a trovare un rimedio per rendere più equa l’imposta, andando incontro alle esigenze degli utenti messi a dura prova dalla morsa della crisi, è aperto a organizzazioni sindacali, alle associazioni di categoria e a tutti i soggetti che si occupano della tutela delle famiglie e delle imprese in difficoltà.
Siamo più che aperti ad un tavolo di confronto che sia davvero utile ad impedire che la Tares finisca con il gravare sulle tasche dei contribuenti, trasformandosi nell’ennesimo balzello per le imprese. Ricordiamo che, così com’è stata ideata, la tassa a pieno regime del 2014 andrà a coprire il 100% del costo del servizio sostenuto dai comuni; non solo, il contributo comunale sui rifiuti e sui servizi dovrà finanziare anche i “servizi indivisibili” forniti dall’ente locale, come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la polizia locale e le aree verdi. Con un aumento di 30-40 centesimi a metro quadro per la copertura dei “servizi invisibili”, si arriverà ad un incremento compreso tra il 14% e il 19% a seconda delle situazioni.
La Tares rischia di abbattersi sugli utenti come una falce ed è questo il motivo per il quale già a marzo lanciavamo l’allarme in merito. Quello che auspichiamo è che si riesca a trovare un espediente che aiuti concretamente le famiglie e le imprese che, lo ricordiamo, in base al decreto 152/2006 “norme in materie ambientali” già pagano lo smaltimento dei rifiuti speciali.