No, non è una successione al trono. Innanzitutto perché in Italia – fino a prova contraria – c’è la Repubblica, e poi perché il percorso che ha portato David Delli Iaconi a prendere il posto di suo padre Antonio sulla poltrona di direttore generale di Unindustria Viterbo è stato accurato e motivato. Come racconta Domenico Merlani, che di Unindustria è il presidente, e siede nel mezzo del padre e del figlio.
“David Delli Iaconi soddisfa due esigenze che ci eravamo fissati. Quella della gioventù specializzata ed entusiasta, che vogliamo coinvolgere sempre di più anche nei settori di vertice di Confindustria: David ha dieci anni di esperienza nella struttura, e ha superato agevolmente tutte le tappe della selezione che abbiamo operato. In più, cosa altrettanto importante, è viterbese, pur lavorando e vivendo a Roma. E dunque conosce bene la nostra realtà”.
E allora parola al giovine Delli Iaconi, tutt’altro che intimidito dalla circostanza ufficiale, e pronto a prendere servizio ufficialmente da lunedì. “Ho 36 anni, sono viterbese. Qui ho studiato, al liceo Mariano Buratti. Poi a Roma, per gli studi di Giurisprudenza a Tor Vergata. Mi sono laureato con una tesi sul diritto del lavoro. Sono entrato in Unindustria nel 2003, e ho seguito le tematiche sindacali, anche le grandi trattative contrattuali per la Rai, Finmeccanica, Telecom. Sono sposato con una ragazza conosciuta proprio ad un corso di Confindustria, non abbiamo figli, e farò il pendolare da Roma”.
Qualche metro più in là, il padre Antonio, annuisce. “Esco di scena in punta di piedi – dice lo storico direttore generale – e senza voler essere d’ingombro a mio figlio e al suo lavoro, senza essere di peso. Cosa farò da domani? Di sicuro non il pensionato, non mi ci vedo proprio. Qualcosa troverò, e comunque continuerò anche a coltivare il mio rapporto col presidente Merlani, che va oltre gli aspetti lavorativi”.
E allora viene naturale il confronto padre-figlio (e viceversa). Magari senza scomodare Freud e Jung, ma comunque approfondendo la questione. Il nuovo direttore generale di via Fontanella del Suffragio è tranquillo: “Tutti mi dicono che papà ha lavorato benissimo, e che sarà difficile sostituirlo. Bene, la vedo come una sfida, e la vivo con entusiasmo, e con voglia di fare, uno stimolo in più. Idee su come ripartire? Intanto ho già incontrato alcuni esponenti istituzionali, dal prefetto, al sindaco, al presidente della Camera di commercio. Entro settembre convocheremo tutte le nostre aziende sul territorio per stabilire le linee guida. Progetti? Mi pare che quello sulla smart city, che Unindustria ha già approfondito con un convegno qualche mese fa, possa essere un ottimo punto di partenza. Una città intelligente nei trasporti, nell’edilizia, nel risparmio energetico può rappresentare un’importante spinta per lo sviluppo”.
Almeno avessero il pudore di tacere…