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Asl, convegno sulla disabilità

Oggi secondo giorno, presso le Terme dei Papi, del convegno “Complessità e disabilità. Riabilitare: vita e qualità”, evento organizzato dalla Ausl e dall’Ordine dei medici viterbesi.

Nei due giorni di svolgimento della manifestazione professori universitari ed esperti del settore provenienti da tutta Italia stanno approfondendo tutti gli aspetti legati alla disabilità, dall’ambito neurologico a quello ortopedico, dalla neuropsichiatria al disabile adulto. Si tratta di un appuntamento che, nelle intenzioni degli organizzatori, serve ad aprire un percorso che, nel tempo, condurrà alla realizzazione di diversi incontri di analisi e studio di argomenti sempre più specifici.

L’obiettivo del corso è quello educare e sensibilizzare a un concetto più ampio di disabilità rispetto a quello genericamente acquisito. Un risultato che si può raggiungere superando una logica di intervento limitata alla sola riabilitazione motoria e mettendo a confronto tutte le figure sanitarie presenti nel territorio, sia quelle aziendali sia quelle provenienti dalle strutture accreditate, che operano sullo stesso utente. Soggetto il cui interesse principale è il raggiungimento di un obiettivo specifico, indipendentemente da chi eroga una determinata prestazione. L’evento è rivolto ai medici chirurghi, agli psicologi, agli infermieri, ai fisioterapisti, ai terapisti occupazionali, ai terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva e ai logopedisti.

“I continui mutamenti della nostra società – spiega Elettra Lazzaroni che, insieme al presidente dell’Ordine dei medici Antonio Maria Lanzetti, è responsabile scientifico del convegno – creano spesso delle difficoltà a capire la situazione di svantaggio di un ambiente non in grado di accogliere la diversità di alcuni soggetti. Pertanto il disabile è colui che non incontra un contesto di vita favorevole. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità il concetto di disabilità considera la condizione globale di vita del soggetto, puntando in tal modo su quel che riesce a fare. La complessità legata alla disabilità è un fatto importante tanto da richiedere delle competenze specifiche multidisciplinari, al punto che anche la riabilitazione deve essere inquadrata in un’ottica più allargata, dinamica e non statica, che parta dal processo di interazione dell’utente con l’ambiente che lo circonda e che consideri come risultato finale il miglioramento complessivo della sua qualità della vita. Perché riabilitare è, anche e soprattutto, rieducare e reinserire il soggetto in un contesto ambientale e sociale più accogliente e comprensivo”.

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