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Panunzi, dalle castagne alla Costa Concordia

Enrico Panunzi

Enrico Panunzi

Che c’azzecca un canepinese doc – castagne e maccaroni – con le onde azzurre del Tirreno? Poco o nulla, si direbbe, dato che da quel ramo dei monti Cimini il mare neanche si vede, lo si può solo immaginare. Eppure il consigliere regionale Enrico Panunzi, montanaro di nascita e di residenza, appoggia con tutte le sue forze l’idea di trasportare a Civitavecchia il relitto della Costa Concordia. Ecco dunque che in una storia che ha appassionato, sta appassionando e molto probabilmente appassionerà in futuro mezzo mondo, viene a entrarci di striscio anche la Tuscia. Ma andiamo per gradi.

Scrive sul suo sito interntet Enrico Panunzi, consigliere regionale eletto alle ultime consultazioni con diecimila voti nelle liste del Partito democratico: “Il porto di Civitavecchia ha tutte le caratteristiche per poter smantellare subito il relitto. In particolare ha i fondali e le professionalità necessari”. Bene, giusto, visto che proprio sulle caratteristiche del porto che dovrà accogliere il relitto più famoso del mondo dopo il Titanic, si sta combattendo una guerra politica e diplomatica che vi racconteremo in seguito. Ma a che titolo parla, Panunzi? Parla come presidente della sesta commissione della Regione, quella che si occupa tra l’altro dell’ambiente e dei lavori pubblici. La stessa commissione che, come ricorda lo stesso consigliere, “il 19 giugno scorso votò una mozione a favore della scelta di Civitavecchia, chiedendo anche al presidente Zingaretti di attivarsi. Nel dispositivo della mozione furono inserite anche una serie di garanzie per il rispetto dell’ambiente. In particolare, il consiglio regionale chiese alla giunta di riferire alla commissione competente sul progetto prima della presentazione al ministero, per poterne valutare l’impatto”.

Panunzi, da vecchio lupo di mare della politica (prima di approdare alla Pisana, infatti, ha ricoperto diversi ruoli di spicco, tra cui quello di sindaco di Canepina per dodici anni) ha fiutato la preda giusta. Ospitare la Costa Concordia e provvedere alla sua demolizione, infatti, è l’affare dell’anno. Oltre al prevedibile ritorno d’immagine, infatti, in ballo ci sono anche parecchi soldi e posti di lavoro, per un intervento complessivo che potrebbe durare almeno un paio d’anni. E infatti s’è scatenata la gara tra vari porti italiani, e le relative Regioni che li ospitano. La prima destinazione, quella di Piombino, è messa in dubbio dalle caratteristiche del bacino, che ha basso fondale e manca di alcune infrastrutture fondamentali per le operazioni, a partire dalle strade. E anche se il governatore della Toscana Enrico Rossi ha tuonato “Giù le mani dalla Concordia, la gestiremo noi e Piombino sarà pronta a farlo”, la destinazione non sembra essere così sicura. Oltre a Civitavecchia, col presidente Zingaretti e Confindustria che spingono per la soluzione, sono in ballo anche Genova  e addirittura Palermo. Ma la differenza, alla fine, la potrebbe fare la distanza: nelle condizioni in cui è stata recuperata, la nave non sembra in grado di poter percorrere lunghi tratti di mare aperto: ecco dunque che Piombino – che dista dall’isola del Giglio appena quaranta miglia – o la stessa Civitavecchia restano le mete più vicine e meno rischiose. Onde evitare il rischio che la Concordia si spezzi in due e affondi in mezzo al Tirreno. Nelle prossime settimane ne sapremo di più, e di sicuro fino alla scelta finale in primavera non mancheranno le candidature e le discussioni.

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