15102024Headline:

Santa Rosa esca oltre le mura

macchina santa rosaLa febbre è scoppiata. Come ogni anno. E già sono cominciati i “trionfi”, con i trasporti delle Minimacchine, in attesa del ”trionfo dei trionfi” per quello del 3 settembre. Già, perché Santa Rosa è ripetitiva (in fondo, da sette secoli, succede sempre la stessa cosa) e trovare parole nuove per descrivere costantemente lo stesso evento non è cosa poi così facile.

Resta il fatto che il Trasporto della Macchina è per Viterbo l’evento. Quello dal quale nessuno può prescindere, giacché scalda gli animi degli indigeni e provoca forti emozioni a chi vede lo spettacolo per la prima volta. Ergo, che Santa Rosa sia, e che ognuno dia sfogo alla retorica più appropriata per vivere l’unico momento di vera gloria che il capoluogo della Tuscia può proporre al suo popolo, e non solo.

Ma, detto ciò, rimane purtroppo irrisolto da lustri l’eterno dilemma: un evento così unico per le sue caratteristiche, e che presto diventerà anche patrimonio dell’Unesco, deve rimanere confinato nella asfittica popolarità locale o potrebbe essere sfruttato per far conoscere una città che aspira da lustri a diventare “d’arte e di cultura”, anche oltre le mura?

Una domanda – consentite il personalismo – che il sottoscritto pone da anni, ma alla quale nessuno ha mai dato risposte. O meglio, le risposte sono state date, perpetuando la tradizione (e questo va benissimo), senza però quello sforzo di fantasia che consentirebbe di unire l’utile al dilettevole.

“Santa Rosa è dei viterbesi” diceva anni fa un illustre personaggio esperto in turismo, il quale teorizzava che sul “campanile che cammina” nulla può essere mutato, altrimenti si tradisce la tradizione. Vabbè, le opinioni sono tutte rispettabili, ma quello che ancora oggi manca alla festa più importante di Viterbo è quel contorno che potrebbe contribuire a un salto di qualità che tutti dovrebbero auspicare, visti anche i tempi grami che stiamo vivendo.

E allora, “che Macchina sia”, con tutti i suoi riti tradizionali; ma che sia pure “non solo Macchina” per costruire quel qualcosa in più capace di creare quel valore aggiunto di cui Viterbo ha estremo bisogno (e che – va detto – da alcuni anni a questa parte sta portando una manifestazione come “Caffeina”).

Un valore aggiunto da costruire attraverso una serie di iniziative (assolutamente di qualità) da realizzare attorno all’evento “Trasporto”, magari affiancato da pacchetti turistici ad hoc, per arrivare al quale neanche la data del 3 settembre dovrebbe essere un tabù (ma questa purtroppo, per molti viterbesi è una bestemmia).

E invece? E invece si ricade ogni anno nella ripetitività di un Settembre viterbese che continua ad assomigliare tanto alle sagre paesane, in cui spicca quell’orribile “fiera degli stracci” tornata trionfalmente al 4 settembre (qualche anno fa era stata spostata alla domenica successiva al Trasporto, ma è durata poco). Un problema atavico questo, che certo Leonardo Michelini, con i suoi boys e le sue girls, non avrebbero mai potuto risolvere in pochissimo tempo (visto che sono sulla tolda di comando solo dal 12 giugno scorso). Ma che avrebbe il dovere di affrontare per il prossimo anno.

Il neo sindaco infatti s’è presentato alle elezioni con una lista denominata “Oltre le mura”, il cui messaggio era chiarissimo. E allora, cominci proprio da Santa Rosa. Viterbo gliene renderà merito.

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27   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Oltre le mura, caro Sassi, ci è già andato Michelini. Non a caso una buona parte degli eletti della sua lista (Oltre le mura, appunto) provengono da Piazza Crispi, emblematico ritrovo oltre le mura della meglio (meglio?) gioventù.

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