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Viterbese, la prima notte di gloria

Lo straordinario spettacolo della curva nord

Lo straordinario spettacolo della curva nord

Da quel 1992, quando Grosseto volle dire pareggio, beffa, addio promozione in serie C, non sono passati vent’anni, è passata un’era geologica, e calcistica. L’altra sera, Viterbese contro Grosseto è stata festa, è stata rinascita, è stata vittoria (per quanto possa contare una vittoria in amichevole). E’ stato, soprattutto, il modo scelto dalla famiglia Camilli per presentarsi alla gente gialloblu. E per far capire che qui si punta – e si punterà sempre – al bersaglio grosso. Il messaggio è chiaro, e l’impressione è sia arrivato a destinazione, anche se magari per l’empatia completa tra società, squadra e pubblico bisognerà aspettare le prime vittorie importanti.
Spettacolo, dunque, e brividi di notte, una notte vissuta non come se la Viterbese fosse già grande, ma con la certezza nel cuore che grande lo sarà presto. Prima la presentazione della squadra e dello staff, aperta dai ragazzi del settore giovanile. Ecco, il settore giovanile: che pur essendo un’entità staccata dalla prima squadra, e con un’altra gestione, ha lavorato tantissimo, in estate, per l’approdo di Camilli a Viterbo. Ecco spiegati gli applausoni per il presidente Mario Corinti e per tutti i suoi baldi dirigenti: senza il loro operato, oggi non saremmo qui.
Poi sono entrati i grandi, chiamati uno ad uno sul palco, all’americana (come si diceva una volta: adesso ‘ste cose le fanno anche a Graffignano): si poteva evitare di presentarli prima col cognome e poi col nome, come nell’appello a scuola, ma va bene lo stesso, in questa notte di resurrezione qualsiasi cosa va bene. Musica, e parole, quelle del capitano Federici (“Vogliamo arrivare in alto, non ci nascondiamo”), del bomber Toscano (“Sentiamo tutto il peso di questa maglia, la onoreremo”), dell’infante di paese Fapperdue, emozionatissimo. Il presidente Camilli, in tribuna con i figli, applaude di gusto, accoglie al suo fianco il sindaco Michelini (“Ciao Pie'”) e aspetta che la pianta cresca, metta radici, diventi rigogliosa e forte come piace a lui. In tribuna, c’è anche l’avvocato Ranucci, che fa l’amministratore per il Grosseto, che ha il cuore gialloblu, e che riesce a tenersi dentro l’emozione come solo i veri uomini di calcio sanno fare.
Ancora, in campo, tra belle donzelle che mostrano le nuove maglie e lasciano solo immaginare quello che c’è sotto. Il presidente Vincenzo Camilli scende per la foto di gruppo. La curva ci mette la colonna sonora, e le presenze da big match: due striscioni ricordano il concetto di “viterbesità”, le torce rosse accendono la notte di Santa Rosa, il coro per Giosuel è da pelle d’oca. In tribuna, tanta bella gente del calcio provinciale e non: un monumento come mister Berrettini, che allenerà la Nazionale del Congo, consiglieri comunali a pioggia, allenatori, dirigenti, arbitri e curiosi. Non c’è l’ex sindaco Giulio Marini, ed è un’assenza che si nota. C’è invece l’ex vicepresidente Maurizio Donsanti, uno che ci ha messo la faccia in tempi bruttissimi e che ha scoperto che questa è una malattia che non va più via. Da Grosseto sono in quattro: la contestazione a Camilli per evidenti ragioni di invidia, era una minaccia non attuata.

Il sindaco Michelni accanto a Piero Camilli. Dietro, l'avvocato Ranucci

Il sindaco Michelni accanto a Piero Camilli. Dietro, l’avvocato Ranucci

Poi si gioca, mister Solimina dà indicazioni, di qua in panchina c’è Ciccio Statuto, uno al quale Viterbo ha voluto bene, da giocatore, per una stagione sola ma intensa. Anche il campo sembra in condizioni smaglianti, in questa notte di belle speranze. La Viterbese gioca bene, senza timore, il Grosseto tira un po’ il freno (il campionato di Lega Pro è già cominciato) e quando ci prova c’è Cima a metterci i guanti.
Nell’intervallo, i Camilli parlano. Il Comandante: “Mi aspettavo la risposta del pubblico, perché a Viterbo c’è fame di calcio. La nuova convenzione per lo stadio? La firmeremo a breve, superati gli ultimi dettagli tecnici”. Intanto, per sicurezza, al Rocchi c’era un grande gruppo elettrogeno in funzione: giusto per evitare cali di tensione (no, non quelli che piacciono tanto ad Arrigo Sacchi). Parla anche Vincenzo Camilli, il presidente: “Abbiamo una grande responsabilità, che non ci spaventa: ripagare la fiducia di questa gente, di questa città. Lo faremo nell’unico modo che conta: vincendo il campionato”. E intanto, si vince anche l’amichevole, gol del pischello Guerrini nel secondo tempo. Una serata perfetta, che rende la vita più bella e ripaga i tifosi da tutte quelle cose brutte che hanno dovuto subire. Una serata perfetta, la prima di tante che verranno.

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