Viterbo è sporca. Il refrain è assiduo, soprattutto in questo periodo in cui – con molta difficoltà – è iniziata la raccolta differenziata nelle zone periferiche del capoluogo. Ed ecco allora che i cittadini si sfogano, protestano, documentano le nefandezza che si possono ammirare soprattutto ai margini del centro abitato.
Come una lettrice di Viterbopost, che ha inviato la seguente lettera:
Veramente lodevole e senza dubbio d’impatto popolare l’iniziativa “puliamo Viterbo” promossa dal Comune, col vice sindaco Luisa Ciambella, in collaborazione con il Sodalizio Facchini di Santa Rosa e Viterbo Ambiente. Consiglieri e cittadini tutti uniti nella pulizia di quartieri, strade e vicoli non solo di Viterbo ma anche di Grotte Santo Stefano, Bagnaia e San Martino; ottimo esempio da dare ai bambini con i quali il novello sindaco ha interagito nelle scuole scuotendo le coscienze e arricchendo le loro conoscenze nei confronti del rispetto ambientale e quindi della raccolta differenziata dei rifiuti.
E’ davvero un peccato però che quegli stessi bambini transitando in alcuni vicoli o strade secondarie si imbattano in alcune situazioni di totale degrado ambientale come quello esistente ormai da tempo presso l’incrocio tra Strada Filante e strada Fagianello.
Una vera e propria discarica abusiva a cielo aperto che oltre ad impedire il normale transito dei veicoli costretti a manovre assai pericolose, costringe i residenti a convivere con delle condizioni igienico-sanitarie pessime : cattivo odore, presenza di insetti e se a tutto ciò aggiungiamo i numerosi cani randagi che rovistano fra i rifiuti alla ricerca di cibo e di rifugio allora la situazione diventa catastrofica.
Numerosi le proteste dei cittadini residenti, numerose le segnalazioni telefoniche fatte a Viterbo Ambiente, ma niente di niente nessun intervento è stato fatto. Anche la consigliera Chiara Frontini si era ripromessa di adoperarsi per rimuovere lo scempio ma finora nulla di concreto. Viene spontaneo dunque chiedersi a quale Santo si dovranno rivolgere i residenti che oltre a vedere ignorate le loro fondate preoccupazioni, si sono visti recapitare dal postino i bollettini Tares con l’onerosa tassa che il Comune riscuote pur non garantendo un adeguato servizio: oltre al danno pure la beffa!
E’ per questo che una ventina di famiglie sono pronte a creare una “class action” con il sostegno dell’associazione consumatori chiedendo un risarcimento contro l’elevato costo della Tares.
Alcuni cittadini inoltre segnalano anche la presenza di discariche abusive con materiale fortemente nocivo come amianto e batterie presso Str. Riello e ponte Str. Risiere. Si spera che il signor sindaco, oltre che essere in prima linea in molteplici manifestazioni tipo “Puliamo Viterbo”, si faccia un bel giro turistico nelle zone segnalate. Grazie”.
Risponde Arnaldo Sassi: la signora ha ragione. In parte. Giacché mantenere la città pulita – come tutti dovrebbero intuire – dipende sicuramente da un servizio di raccolta che deve funzionare al meglio, ma anche dal grado di civiltà dei cittadini. Giacché quelle nefandezze che la signora ha fotografato avrebbero potuto essere portate al centro del Riello, dove per due volte al mese c’è la raccolta degli ingombranti. Oppure telefonando a Viterbo Ambiente. Ma tant’è. Gettare l’immondizia nel primo posto che capita è più comodo. E allora, chissenefrega. Detto ciò, una class action può anche essere sacrosanta, ma non solo nei confronti del Comune; anche contro gli zozzoni, i quali non hanno ancora capito che mantenere la città pulita dipende da tutti. A cominciare da noi stessi.
Nella monnezza in giro per le strade si rispecchia il grado di (in)civiltà di una popolazione abbrutita da decenni di maleducazione politica. Anche la palese inefficienza del servizio di raccolta rientra nello stesso discorso.