Nell’ambito delle iniziative di educazione alla legalità, che l’istituto “Vincenzo Cardarelli” di Tarquinia organizza da anni, un gruppo di studenti, accompagnati dalla professoressa Cinzia Brandi, si è recato a Corleone, in provincia di Palermo, per una settimana di lavoro nelle terre confiscate alla mafia.
Il progetto ha avuto lo scopo di sostenere la cooperativa sociale Lavoro e Non Solo nel gestire le terre appartenute ai boss corleonesi e nel promuovere, al contempo, l’educazione alla legalità nelle giovani generazioni. Gli studenti hanno alloggiato a casa Caponnetto, uno stabile su tre piani confiscato ai nipoti di Riina.
Le giornate sono state scandite da esperienze lavorative, come la raccolta dei pomodori e la vendemmia nei vigneti di Canicattì (anche questi terreni confiscati alla mafia), e da uno stretto contatto con la realtà storico-culturale dell’isola: Portella della Ginestra e la testimonianza commossa ed emozionante dei due ultimi anziani sopravvissuti alla strage del 1° maggio 1947; Cinisi e la casa di Peppino Impastato e i cento passi che la separano dall’abitazione (anch’essa confiscata) del suo assassino, il boss Tano Badalamenti; il cimitero di Corleone, con la tomba di Placido Rizzotto (i cui resti, gettati in una foiba della rocca Busambra, la montagna sopra Corleone, è stata data sepoltura solo di recente, dopo il test del Dna); il covo di Bernardo Provenzano a Montagna dei Cavalli, poco fuori il paese di Corleone, e tanto altro ancora.