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“Treni, il Lazio non finisce a Civitavecchia”

La protesta dei sindaci in treno

La protesta dei sindaci in treno

No, non è stato decisamente un viaggio di piacere. Eppure gli ingredienti c’erano tutti. Un buon vestito. Ottima compagnia. Città turistica da raggiungere. Foto di rito su Facebook. Mezzo di trasporto comodo e via dicendo. Peccato solo che il G9 locale, quello in treno, dei sindaci di Montalto di Castro, Civitavecchia, Tarquinia, Santa Marinella, Cerveteri, Ladispoli, Tolfa, Allumiere e Fiumicino (destinazione quartier generale FS a Roma), sia finito in un mezzo bluff.

In ballo c’era una chiacchierata con la direzione dei trasporti ferroviari, appunto. Con le solite problematiche da proporre. Sovraffollamento. Fasce orarie completamente dimenticate. Ritardi. Soppressioni. Pendolari avvelenati. E chi più ne ha più ne metta. E a tal proposito il nocciolo della faccenda, per questioni di natura prettamente logistica, passa inevitabilmente da Tarquinia. “Non siamo una stazioncina – specifica subito il primo cittadino Mauro Mazzola – perché ogni mattina da qui partono tantissime persone, raccolte dai vari paesi che ci circondano. È inutile che ci venga detto che i treni si rompono con meno frequenza. Il discorso è che mancano proprio. A partire da quello delle 6, richiesto a gran voce più e più volte”.

Pochi mezzi quindi. Spesso ridotti male. E sulla via del ritorno quasi tutti si fermano prima. “Il Lazio non finisce a Civitavecchia – prosegue il sindaco – Semmai a Montalto. Proprio per questo motivo il capolinea dell’alta frequenza (TAF, ndr) va spostato li. A breve ne parleremo in Regione, va trovata una soluzione. Auspicabile anche il potenziamento su gomma”.

L’idea alternativa quindi, qualora FS non ne voglia sapere, è quella di puntare sugli autobus. “Perché no? – parla ancora Mazzola – una navetta Montalto-Tarquinia-Civitavecchia potrebbe essere la soluzione. Così la gente risparmierebbe chilometricamente sull’abbonamento, i Comuni potrebbero contribuire con uno sconto sul pullman, e le cose andrebbero meglio. Rimane però questa l’ipotesi B, Trenitalia a nostro avviso, e parlo anche a nome di tutti i miei colleghi, deve prendere provvedimenti”.

La questione sta molto a cuore al sindaco. Un po’ per dovere istituzionale. Un po’ forse perché anch’egli di rotaie ne ha viste parecchie. “Ho viaggiato molto in effetti – chiude – e trovo assurdo che nel 2013 per farsi otto ore di lavoro ce ne vogliano quasi quattordici totali. Nominerò un consigliere delegato, non la molliamo questa storia. Non può finire così”.

C’è da sperare solo, a questo punto, che non si chiuda come spesso cita il cantautore Vinicio Capossela: “Si può prendere un treno perso? No, ma ci si può correre molto a lungo dietro”.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Mazzola, sempre e solo tutto chiacchiere e distintivo, è salito sul trenino ciuff ciuff contento e giulivo.

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