Appuntamento alle quattro di oggi pomeriggio all’hotel Niccolò V, alle terme dei Papi. Ma mica per farsi un bagno nelle acque sulfuree, semmai per fare un bagno di champagne ad Andrea Egidi. Che nel congresso verrà confermato segretario provinciale del Partito democratico. L’ultimo atto di una marcia trionfale che ha visto il dirigente sbaragliare l’altro concorrente alla carica, il renziano Alessio Trani. E già, perché mentre a livello nazionale i democrats battagliano sui numeri e sulle tessere, qui nella Tuscia i dati sono incontrovertibili: Egidi ha stravinto, i renziani hanno preso una smusata.
Anche se poi, segretario, un campione dei renziani come Francesco Serra insinua che i congressi locali contino poco o punto…
“E’ una valutazione che non condivido nel modo più assoluto – replica Egidi con una reattività alla Yashin – Non vorrei che fosse stata ispirata da Serra dopo la sconfitta dei suoi candidati, alcuni dei quali lasciati anche un po’ troppo soli nel momento cruciale”.
Eppure il capogruppo del Pd ha fatto notare a Viterbopost che i votanti in provincia sono stati poco più delle metà di quelli che avevano partecipato alle primarie per il candidato sindaco: 2700 contro 4000.
“Ma che c’entra? Allora si votava per la città, era una consultazione di coalizione, con altre logiche e altri significati. Noi siamo solo un partito, votavano solo gli iscritti Eppoi…”.
Prego?
“Chissà, magari se Serra si fosse candidato a segretario avrebbero votato più persone…”
Cattivo. E comunque a livello nazionale la polemica sugli iscritti, sulle tessere gonfiate all’ultimo minuto, infuria che è uno spettacolo.
“Colpa di una regola sbagliata, che consente di iscriversi fino alla fine e di votare subito dopo. Così viene utilizzata in certe situazioni, dove esiste maggiore conflittualità, per ribaltare gli equilibri locali e poi magari andare a incidere su quelli nazionali attraverso i delegati”.
Ecco spiegata la corsa al tesseramento.
“Una corsa che qui non c’è stata, ci tengo a sottolinearlo. Nel 2012 avevamo 2500 tesserati, adesso hanno votato circa tremila persone: coi numeri ci siamo. Segno che qui il partito è sano”.
E mentre in tutta Italia Renzi vince, qui va a finire che ha vinto Cuperlo…
“No, alt. Qui ha vinto la mozione Egidi. Anche se poi è vero che molti di quelli che mi hanno votato, sosteranno proprio Cuperlo a livello nazionale”.
Se Renzi dovesse diventare segretario, però, non c’è il rischio di conflittualità, di un Pd nel Pd?
“No, lo escludo. Perché poi il partito si compatta, e si rema tutti nella stessa direzione, specie in un momento come questo. E poi perché anche Renzi dovrà confrontarsi con noi delle realtà locali. Il meccanismo prevede questo, non penso al rischio di fare come con Veltroni, uccellato dopo un anno e mezzo, ecco”.
D’accordo. E allora ci racconti come sarà l’Egidi bis.
“Quello che abbiamo già fatto vedere. Un Pd giovane, radicato sul territorio e concentrato sul governo locale. Nei rapporti con la Regione e con i tanti amministratori comunali, a partire dal capoluogo. E una sfida aggiuntiva, a cui tengo particolarmente: è il momento di lavorare per l’affermazione definitiva di questa nuova classe dirigente. Che, come detto, è giovane, ma che è anche autonoma e slegata dalle logiche perverse del passato”.
Quali logiche?
“Quelle del con chi stai, per chi tifi. Queste logiche, intendo”.
Quindi basta telefonate con Sposetti? Magari inizierà a telefonare a Fioroni?
“Facciamo così: telefonerò soltanto a Donatella Ferranti”.
Ottima scelta, segretario.
Un’intervista al nulla: complimenti all’autore!