29032024Headline:

Angelelli vittima di fuoco amico?

Anna Maria Cancellieri

Anna Maria Cancellieri

Gianluca Angelelli, sindaco di Civita Castellana coinvolto – suo malgrado – dalla parentopoli civitonica, ha ribadito ieri ciò che aveva già annunciato nei giorni scorsi quando era in vacanza in Kenya: non si dimetterà. Ma pretenderà  dai consiglieri che hanno presentato la domanda di assunzione in un supermercato di prossima apertura di fare una scelta senza se e senza ma: o il posto di lavoro, o l’incarico istituzionale. Il sindaco, appena rientrato dal viaggio in Africa, ha detto che due consiglieri comunali, Franco Papandrea e Miriam Filippetti, hanno rinunciato all’assunzione, offrendo persino le dimissioni, che sono state respinte. “Agli altri – ha detto ancora Angelelli – ho già fatto sapere che chi continuerà sarà di conseguenza incompatibile con l’amministrazione comunale, anche se non commette nessun reato. Ma chi va nel supermercato non può stare in Comune e viceversa. Non dò giudizi morali, ma faccio valutazioni politiche”.

Il sindaco di Civita Castellana dunque, ha deciso di mantenere la barra al centro: massima trasparenza, ma nessun cedimento a quella che, a suo avviso, potrebbe essere stata una manovra politica bella e buona, arrivata per di più a quattro mesi dalle prossime elezioni comunali. “E mentre ero all’estero – aggiunge – con poche possibilità di potermi difendere”. Manovra che, stando ai boatos, potrebbe essere più fuoco amico che proveniente dagli avversari politici, vista l’atmosfera frizzante che si respira nel Pd alla vigilia di un congresso che si preannuncia epocale e che vede Angelelli schierato con Matteo Renzi, in chiaro antagonismo con la Tuscia cuperliana.

Certo è che proprio nel giorno in cui Angelelli, nella sua Civita Castellana, ha deciso di mettere le cose in chiaro, qualche decina di chilometri più a sud – ovverosia nella Capitale – s’è consumata l’ennesima figuraccia del Pd. E non s’è consumata in una comunità di qualche decina di migliaia di abitanti, bensì in Parlamento, dove è stata riconfermata la fiducia al ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, alla quale sono state perdonate le telefonatine alla famiglia Ligresti e quei “non è giusto” pronunciati più volte per commentare gli arresti di padre e figlie. Con una ciliegina sulla torta rappresentata dall’intervento del segretario del partito Guglielmo Epifani al limite del ridicolo (“Dovremmo sfiduciarla, ma non possiamo farlo”), musica per le orecchie di Beppe Grillo che si aspetta adesso un’altra messe di voti.

Fate un po’ il confronto tra i due episodi e traetene le conclusioni da soli. Quella di chi scrive è univoca: il Pd è alla frutta e può rinascere solo con una bella rottamata generale. Altrimenti, per l’elettore di centro-sinistra la prossima volta sarà meglio andare al mare. O in montagna, se si voterà (speriamo) a marzo.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Roba di faide all’interno del PD, quindi.

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