La vita è fatta anche di scelte impopolari. Decisioni coraggiose il più delle volte incomprensibili. Prendi ad esempio un terreno abituato ai vitigni dell’Est! Est!! Est!!! (troppi punti esclamativi), piantaci del Merlot, e in men che non si dica ecco il parroco di Montefiascone che bussa alla tua porta: “Sacrilegio. Sarai mica pazzo”.
Parte così l’avventura di Riccardo Cotarella (fine anni ’70). Produttore viterbese di vini stanco di sentirsi dire “fai dell’ottimo rosso. Peccato solo che non sia toscano…”. Gli amici di Bordeaux gli spediscono degli innesti, lui li coccola con amore e terreno vulcanico, ed in pochi anni ne esce un’azienda da due milioni di bottiglie ogni 365 giorni. Fantascienza? No. Semplicemente intuizione di un genio considerato ormai tra i migliori enologi del pianeta.
La sua Falesco è una cantina a gestione familiare che tiene alta la bandiera della Tuscia. In piena controtendenza con un mercato segnato dagli effetti devastanti della crisi. E lui, ormai brizzolato, continua a definire una passione quello che per gli altri è solo lavoro. “E’ un orgoglio vedere tanta gente stasera che viene a gustarsi il Montiano – dice all’interno del ristorante Il Borgo di Bagnaia – dove è stata organizzata una conviviale in suo nore. Vi serviranno un ’98 che fino a poco tempo fa non sarebbe stato utile nemmeno per condire l’insalata”.
Oggi invece è un vanto tutto falisco. La Verticale di Montiano si può riassumere in un viaggio culturale nonché gastronomico dai sapori semplici ma decisi. Accompagnati da piatti robusti e raffinati quali le pappardelle al lepre o le costolette di agnello su letto di cavolo-verza e uvetta.
“Poche volte riesco a star seduto a tavola con gli amici – prosegue Cotarella – perché, purtroppo e per fortuna, gli impegni mi tengono spesso fuori (è responsabile di un numero indefinito di cantine in tutto il mondo, ndr). Un tempo però amavo passare da Viterbo per una sosta da Vittorio Aquilanti, che teneva solo bottiglie locali, al massimo regionali. Spero che Luigi Guiso de Il Borgo raccolga la sua eredità. Pesante ok, ma necessaria in questo contesto sociale di sofferenza alternata a riscoperta dei valori”.
Il brindisi è d’obbligo. Alzano i calici anche Gianmaria Santucci (maglione azzurro come gli occhi) e Federico Fracassini. Stavolta tocca all’Aleatico, altra perla di una collezione infinita e preziosissima.