06122024Headline:

Cantiere democratico sta per prendere il volo

Matteo Renzi

Matteo Renzi

Il programma di massima è “casa per casa, strada per strada”. Cantiere Democratico si sta ponendo, dal suo esordio, come movimento culturale e politico, costola del centro sinistra, in appoggio al pensiero dell’attuale sindaco di Firenze Matteo Renzi, ossia una politica nuova per il futuro in Italia.
Il nuovo movimento è un vero cantiere di idee (cantiere viene da cantarium = pezzo di legno su cui si posavano i caratelli, le botti di vino; traslatamente quindi un cavalletto di sostegno) e in tal senso ci poniamo come vero supporto per la nuova sinistra italiana.
Il programma del movimento-partito è molto vasto; si prospettano grandi novità da realizzare in tema di legalità e affari costituzionali, su sicurezza, immigrazione e ambiente, lavoro, turismo e commercio, trasporti, agricoltura e politiche dell’unione europea. Anche i rapporti con la chiesa cattolica saranno affrontati rilanciando il dialogo tra valori cattolici e valori laici.
Interesse particolare viene dedicato alla sanità e a scuola, università, ricerca e cultura.
Per la sanità nel Lazio il panorama regionale è critico, al limite della drammaticità. Ci sono gravi problemi a Roma capitale e nelle province, Viterbo compresa. I vizi del sistema sanitario sono noti: come cattive abitudini, zavorre del passato, debiti accumulati, sperperi e corruzione. Occorre letteralmente cambiare registro, con manager seri e responsabili, a capo delle Asl. Nuovi direttori generali saranno presto nominati dal governatore Zingaretti, e, da quello che si dice, in base alla meritocrazia e all’onestà.
Quanto ai problemi della cultura, dell’università e della ricerca in generale, si sa che le disposizioni vengono direttamente dallo Stato.
Storicamente già dal 1861, con il Governo Cavour, si denominava ministero della Pubblica Istruzione l’istituto che sovrintendeva all’istruzione, alla scuola, alla ricerca e alla cultura in generale. La storia più recente non cambia di molto. Nel 1989, con il governo D’Alema, si fusero il ministero della Pubblica Istruzione e quello dell’Università e della Ricerca scientifica. Con il secondo governo Berlusconi del 2001si unificarono i due ministeri nel Miur. Con il secondo governo Prodi si scorporarono nuovamente i due ministeri in ministero della Pubblica Istruzione e ministero dell’Università e della Ricerca. Con il quarto governo Berlusconi sono stati nuovamente accorpati in un unico ministero, ad opera di Mariastella Gelmini.

Oggi però bisogna rivedere tutto questo, in particolare nel Lazio, ove ci sono tante università con vecchi ordinamenti, scorporate dal territorio.
In primis andrebbe fatto un protocollo di intesa tra Regione e università “La Sapienza”: occorre minore partecipazione dell’università nella gestione del Policlinico Umberto I e maggiore integrazione di essa con gli altri ospedali e le strutture sociali e sanitarie territoriali della regione.
La facoltà di Medicina – in particolare – non può solo pensare a didattica, cultura e ricerca, mettendo d’altro canto in luce esuberi, cattedre fantasma senza letti, destrutturazioni ed eccesso di risorse umane. Deve aprirsi verso gli ospedali e il territorio, con una logica di rete, secondo un processo di integrazione, così come sta avvenendo per gli ospedali e il contesto territoriale in cui questi ultimi sono ubicati. I ricercatori sono oltre 800, con età media oltre i 38 anni: minacciano sospensione della didattica, assistenza soft, allungamento delle liste di attesa; anche i professori associati sono tanti (1.300); perfino gli ordinari sono in esubero. Stornando risorse in esubero dall’università verso il territorio e gli ospedali, potrebbero essere risolti i problemi dell’emergenza, dell’assistenza territoriale e della lunghezza delle liste di attesa.
I lavori di Cantiere Democratico prenderanno forza e vigore dopo il 15 novembre, quando ci sarà l’inaugurazione della sede nazionale del movimento-partito, a Roma via degli Scialoia 3, alle ore 17.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Farà la fine di Viterbo vola dell’ineffabile avvocato Bartoletti?

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