08052024Headline:

Cultura, tra Rossi e Barelli non mettere il dito

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Giacomo Barelli e Filippo Rossi

Siamo già al “c’eravamo tanto amati?”. La domanda è lecita alla luce dello scazzo (pardon, dibattito) a distanza sul tema cultura tra il presidente del consiglio comunale, nonché deus ex machina di Caffeina,  Filippo Rossi e l’assessore al ramo (o rametto, vista la scarsità di fondi) Giacomo Barelli. Ad accendere la miccia è stato il primo, nel corso del dibattito svoltosi all’incubatore ICult di valle Faul durante la presentazione del rapporto annuale di Federculture.

“La cultura fa bene al territorio – aveva detto Rossi – e le ricadute sociali sono notevoli. Vedi Caffeina in carcere”. E ancora: “Occorre quindi pianificare a lungo termine e non si può pensare solo oggi al Natale, come qui a Viterbo. È assurdo. Viviamo in un deserto. In una città dove non c’è il teatro. E dove nessuno lo recrimina. Però si lamentano delle buche. “Se non c’è percezione della bontà dei progetti da parte del mondo amministrativo non si può programmare – aveva concluso –  e veniamo da un periodo nel quale si spendeva malissimo. È finita l’epoca dei favori. Basta marchettificio. Guardiamo la bontà, investiamo bene. Capisco che non è facile dire sì o no, ma questo la politica deve fare. C’è una domanda mondiale di cultura nei confronti dell’Italia. Possibile che non sappiamo rispondere?”.

Una bella bordata, non c’è che dire. E Giacomo Barelli s’è sentito toccato nel vivo. Tanto da non poter starsene zitto. “Nel rispetto dell’amicizia per il presidente del consiglio Filippo Rossi – ha così replicato – tengo a precisare che non concordo con le sue dichiarazioni rilasciate in occasione della presentazione del rapporto annuale di Federculture e che ritengo non poter essere attribuite al lavoro che sta portando avanti quest’amministrazione”. Chiaro, no?

E ancora: “Nessuno pretende di fare cultura solo con le iniziative di carattere locale, soprattutto quelle più  popolari. E ancor di più, in un periodo in cui la città di Viterbo si trova a non poter utilizzare luoghi per eccellenza deputati a ospitare cultura, come il teatro e il museo civico. In attesa di poter disporre nuovamente di queste strutture, indispensabili e di grande rilevanza culturale e per le quali stiamo lavorando, non possiamo rimanere a guardare e ad aspettare senza far nulla. Le iniziative devono andare avanti. Insieme. Eventi di carattere popolare, ma anche quelli di maggiore interesse culturale, possono comunque convivere. Senza eccessi e senza inutili contrasti tra le differenti iniziative con diverso target di pubblico. Questa amministrazione sta lavorando affinché ci sia una collaborazione e non una contrapposizione tra le diverse anime della cultura e del marketing territoriale”.

Ma Barelli non era l’uomo di Rossi all’interno della giunta comunale con possibile conflitto di interessi sulla gestione di Caffeina?

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    E’ tutta una sceneggiata, concordata fino alla virgola tra i due votivendoli vivaviterbicoli, si fidi Sassi, si fidi…

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