Siamo già al “c’eravamo tanto amati?”. La domanda è lecita alla luce dello scazzo (pardon, dibattito) a distanza sul tema cultura tra il presidente del consiglio comunale, nonché deus ex machina di Caffeina, Filippo Rossi e l’assessore al ramo (o rametto, vista la scarsità di fondi) Giacomo Barelli. Ad accendere la miccia è stato il primo, nel corso del dibattito svoltosi all’incubatore ICult di valle Faul durante la presentazione del rapporto annuale di Federculture.
“La cultura fa bene al territorio – aveva detto Rossi – e le ricadute sociali sono notevoli. Vedi Caffeina in carcere”. E ancora: “Occorre quindi pianificare a lungo termine e non si può pensare solo oggi al Natale, come qui a Viterbo. È assurdo. Viviamo in un deserto. In una città dove non c’è il teatro. E dove nessuno lo recrimina. Però si lamentano delle buche. “Se non c’è percezione della bontà dei progetti da parte del mondo amministrativo non si può programmare – aveva concluso – e veniamo da un periodo nel quale si spendeva malissimo. È finita l’epoca dei favori. Basta marchettificio. Guardiamo la bontà, investiamo bene. Capisco che non è facile dire sì o no, ma questo la politica deve fare. C’è una domanda mondiale di cultura nei confronti dell’Italia. Possibile che non sappiamo rispondere?”.
Una bella bordata, non c’è che dire. E Giacomo Barelli s’è sentito toccato nel vivo. Tanto da non poter starsene zitto. “Nel rispetto dell’amicizia per il presidente del consiglio Filippo Rossi – ha così replicato – tengo a precisare che non concordo con le sue dichiarazioni rilasciate in occasione della presentazione del rapporto annuale di Federculture e che ritengo non poter essere attribuite al lavoro che sta portando avanti quest’amministrazione”. Chiaro, no?
E ancora: “Nessuno pretende di fare cultura solo con le iniziative di carattere locale, soprattutto quelle più popolari. E ancor di più, in un periodo in cui la città di Viterbo si trova a non poter utilizzare luoghi per eccellenza deputati a ospitare cultura, come il teatro e il museo civico. In attesa di poter disporre nuovamente di queste strutture, indispensabili e di grande rilevanza culturale e per le quali stiamo lavorando, non possiamo rimanere a guardare e ad aspettare senza far nulla. Le iniziative devono andare avanti. Insieme. Eventi di carattere popolare, ma anche quelli di maggiore interesse culturale, possono comunque convivere. Senza eccessi e senza inutili contrasti tra le differenti iniziative con diverso target di pubblico. Questa amministrazione sta lavorando affinché ci sia una collaborazione e non una contrapposizione tra le diverse anime della cultura e del marketing territoriale”.
Ma Barelli non era l’uomo di Rossi all’interno della giunta comunale con possibile conflitto di interessi sulla gestione di Caffeina?
E’ tutta una sceneggiata, concordata fino alla virgola tra i due votivendoli vivaviterbicoli, si fidi Sassi, si fidi…