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Nicola Zingaretti: più tasse per tutti

Nicola Zingaretti

Nicola Zingaretti

Come regalo di Natale pagheremo quaranta euro in più di tasse all’anno. E vai. Il pacchetto – o il pacco, punti di vista – ce lo consegna direttamente la Regione (che l’ha pure incartato) attraverso le parole del presidente Nicola Zingaretti. L’Irpef salirà dalla fine del 2014 di 0.6 punti percentuali, in un Lazio che tra l’altro può già vantare il tasso più alto dello Stivale (1.73). “Solo in questo modo ci siamo potuti salvare dal fallimento – ha dichiarato la giunta a firma apposta – e sarà una manovra limitata e progressiva. Ben un milione di persone (quelle sotto le 15 mila euro di reddito, ndr) non sborseranno nulla. Sotto i 35 mila appena 3 euro e 25 al mese. Gli altri tra i 10 e i 20 euro”. Che messa così non sembra nemmeno male.

Analizzando bene i dati però qualcosa pare non tornare, almeno secondo il parere dei sindacati. Già mobilitati nonché coesi. “Siamo sul piede di guerra – tuona Miranda Perinelli per Cgil – e a breve si terrà un’azione collettiva. Dobbiamo assolutamente contrastare questo dislivello. Si tende a colpire solo la classe dei vulnerabili. Che sono tanti, e già fanno troppa fatica. Si potevano trovare altri modi per recuperare fondi. Il deficit sanitario ad esempio, se spalmato su più tempo, sarebbe stato ottimo per colmare questo vuoto. È inutile che ci salvano in ospedale e poi ci uccidono quando usciamo. Questa tassazione su tre livelli è assurda. Folle”.

Giancarlo Turchetti, sponda Uil, sposta l’attenzione sulla suddivisione in fasce. “Chiaramente non siamo d’accordo – attacca – E’ clamoroso che continuano a promettere abbattimenti vari e poi se ne escono in questo modo. La gente non ce la fa più. Pagano ogni volta gli stessi. Oltretutto non vedo proporzione. Scendendo sul pratico, 3 euro a fine anno non sono affatto pochi per chi già ha salari ridotti. A differenza di chi mette in cassa un bel gruzzoletto e togliendosi una banconota da 20 nemmeno se ne accorge. Ma la politica del rilancio che fine ha fatto? La situazione è vergognosa. Lasciamo in pace i poveri una volta tanto”.

Chiude il portabandiera Cisl Fortunato Mannino, che scende sul concreto. “Non ci meraviglia questa novità – chiarisce – giacché era nell’aria, in estate già l’avevamo annunciata. Non ne facciamo una faccenda di destra o sinistra, qui non conta. Se andiamo a stringere possiamo solo dire che la Regione predica bene e razzola male. Mille promesse in campagna elettorale ed ecco i risultati. Lavoratori e pensionati già versano dai 700 ai 900 euro annui. I cassintegrati addirittura partono a meno 40. E ancora si rivolgono a loro? Con quale coraggio? Se non bastasse poi, il buon esempio chi lo da? Una classe che si è appena aumentata i rimborsi? Che abbandona scuole non a norma e strade in continuo dissesto? Qui si toglie il piatto dal tavolo della gente. Sono dieci giorni di spesa in meno a conti fatti, e non parlo di chissà cosa. Ma di beni di prima necessità. Siamo tutti bravi ad amministrare così, o si taglia o si alza l’asticella. Facile”.

Sindacati (ancora) unanimi pertanto. E pronti a muoversi. Non è bastata neanche la solita frase “la colpa è di chi ha preceduto” a calmare i bollenti spiriti. Stavolta, a sentir loro, si sta veramente esagerando.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Sarebbe interessante conoscere il parere dell’onorevolino Riccardino Valentini, ovvero la testa più lucida della Pisana, su questa impopolare decisione della giunta Zingaretti. Riccardino, se ci sei batti un colpo. O fai scrivere un bel comunicato dal tuo (finora) efficiente ufficio stampa.

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