La tivù senza dubbio non sarà un ottimo strumento per approcciare alla riflessione. E ormai anche la rete è talmente satura che seppur si parte con le più buone intenzioni si finisce inevitabilmente per perdere tempo prezioso in faccende frivole. Inutile negare però che negli ultimi tempi un dato allarmante è emerso attraverso il tubo catodico. In pochi giorni infatti prima i telegiornali hanno aperto con la prostituzione minorile capitolina, poi con l’arresto del disturbatore Gabriele Paolini, accusato di pedofilia (comunque finirà la cosa almeno per un po’ di tempo ce lo siamo tolto dalle scatole).
Due casi limite. Certo. Ma esempi lampanti che il mondo sta cambiando. Che non sempre evoluzione fare rima con progredire verso il meglio. E mentre scienziati e conduttori di Arene passano la giornata ad analizzare le cause, c’è chi quotidianamente si trova impelagato in faccende difficilissime da districare. Tanto su Roma quanto su Viterbo. Che accusa la crisi (globale) nonostante le mura e nonostante l’autostrada sia stata fatta passare da Orte. “Viterbo è una città come le altre, con gli stessi problemi delle altre – chiarisce sorridendo Giusy Addeo, avvocato civilista specializzata in diritto di famiglia – E la crisi, in questo caso quella economica, non frena di certo il numero di separazioni e divorzi. L’unico problema forse è che un distaccamento in tempi moderni è ancor più difficile da digerire, soprattutto per problemi di liquidità”.
La torta è piccola. E finché si mangia in una casa sola può saziare tutti. Quando invece un genitore esce di scena le porzioni non bastano più a soddisfare l’intero nucleo. “E’ triste ammetterlo ma è così – prosegue – Sembra un paradosso ma nella maggior parte dei casi peggio di tutti si trovano i padri. Ci rimettono molto. Il più delle volte con uno stipendio base non si riesce ad andare avanti. È un tema forte, ma che va portato all’attenzione della collettività”.
E quando si parla di collettività, ecco la figura dell’avvocato in gratuito patrocinio: “E’ una categoria della quale sono orgogliosa di far parte – aggiunge la Addeo – quando un reddito globale familiare non supera una certa soglia si può chiedere questo servizio, che verrà poi pagato dallo Stato”. Coi tempi e le parcelle che tutti conoscono, verrebbe da aggiungere. Quindi è più una missione che una professione…
Ma quali sono i casi più frequenti sui quali si dibatte e non si ha ancora regolamentazione precisa sulla quale lavorare? “Penso ad esempio ai figli di coppie di fatto – ancora lei – Un tempo per decidere mantenimento e affidamento l’iter burocratico era interminabile. Ora il numero dei casi è in crescita, tant’è che si può operare all’interno di un tribunale ordinario come quello di Viterbo anziché muoversi verso la capitale. Sottolineo però che non c’è da noi una sezione esclusiva per la famiglia. Anche questa una mancanza”.
Tolta la toga. Tolti a panni di avvocato. Quelli del gratuito patrocinio e volendo anche quelli politici in appoggio a Fondazione, di Giusy Addeo ne esce una mamma. Che sintetizza così il problema separazione: “Non credo molto nella perdita dei valori, anzi, il più delle volte è una presa di coscienza data da una sana evoluzione. Fondamentale però è il buonsenso nel gestire ogni passo, per la sola e semplice serenità dei figli. Una strada si trova sempre”.
Dalle foto, più che un’avvocato, la gentile signora sembra una modella sul viale del tramonto.
Il sig. Molino, evidentemente in preda ad allucinazione, ha perso completamente il senso dell’educazione e dell’intelligenza, se ne è provvisto… offendere così in modo gratuito una persona è inaccettabile!
Credo che sia lei, in realtà, in preda ad allucinazioni, probabilmente causate da una robusta dose di peperoncino afrodisiaco (o era un’altra sostanza?). Dove la legge, di grazia, l’offesa?