25042024Headline:

A Soriano c’è poca trasparenza

Devid Centofanti

Devid Centofanti

“Uno. Dieci. Cento. Fanti”. Urlavano a San Siro i tifosi dell’Inter – in tempi di vacche magre –  inneggiando al Felice calciatore. A Soriano nel Cimino ne basta uno di Centofanti, Devid. E non in mezzo al campo, ma in Comune. Seduto sulle poltrone di color che son contrari.

Attraverso uno schietto comunicato dal sapore retrò il consigliere di minoranza si interroga sull’operato della Giunta. Mettendo in discussione un trittico di decisioni dell’ala Menicacci, a dir suo ben lontane dalle vecchie e gloriose promesse di campagna elettorale. La solita storia, verrebbe da rispondere. Meglio proseguire quindi.

Coma antipasto c’è il discorso legato alla creazione di una banca dati online. Che non sarà l’evento del secolo, ma senza dubbio può risultare interessante per gli (eventuali) interessati. “Rileggendo il loro vanitoso programma – comunica con una punta di pepe il Centofanti non bomber – Ecco che ‘si vuole rendere quanto più trasparente il processo di acquisizione, gestione, tutela e valorizzazione dei beni pubblici. Tale strumento consentirà di poter accedere in tempo reale alle informazioni attraverso il sistema di rete Punto Comune’”. Che tra l’altro esiste. Funziona. Ed è pure di scorrevole consultazione. Ma sprovvisto di questa banca dati. Per spulciare tra le carte del sindaco occorre alzarsi e andare in sede. Dal divano non si può.

Se la prima pietanza tutto sommato scivola via abbastanza indolore, segue la mazzata stile lasagne della domenica. Alla cooperativa Il Camaleonte (nome che in ambito politico suona da dio) sono state assegnate in via diretta la gestione del Castello Orsini e quella delle Scuderie di Palazzo Chigi Albani. Per l’ira dell’opposizione, che riparte: “Perché Il Camaleonte? Forse perché di mezzo c’è l’attuale portavoce del movimento Soriano Novo? E perché in modo così discrezionale? Altri hanno ricevuto trattamento diverso per richieste più futili. Qui c’è di mezzo un contratto di 26 mesi, per un compenso annuo di oltre 35 mila euro”.

Centofanti spara duro e parla di inciucio e favoretti. Paroline diametralmente opposte a quanto si era invece proposto. Non solo, l’ultima passata di paprika è spolverata in provocazione: “Mi piacerebbe discutere – chiude – in un consiglio aperto alla cittadinanza, le reali intenzioni sulla gestione del Palazzo Chigi Albani e degli altri beni. E sarebbe interessante anche ascoltare i cittadini sulle idee di utilizzo degli spazi, valutando proposte che sicuramente emergerebbero nella chiacchierata”.

La palla passa ora al sindaco Fabio Menicacci. In attesa di una rete o di un autogol.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Quando si legge di certi sindaci, di certi loro oppositori e delle loro pittoresche baruffe, zurianotte o meno, verrebbe voglia di invocare l’abolizione anche dei comuni.

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