Polemizzate, polemizzate. Anzi, più polemizzate e più se ne parla. Anche se poi su certi eventi cala improvvisamente il silenzio (il riferimento – voluto – è ai media viterbesi diretti dagli ormai arcinoti “capiscosoloio”). Silenzio assordante come quello ha avvoilto la performance di Anna Marchesini che domenica scorsa, al teatro San Leonardo, ha presentato il suo libro “Moscerine”, e che ha visto la partecipazione di oltre settecento persone. Molti sono arrivati in anticipo, per essere certi di avere un posto in prima fila. La Marchesini, grande attrice, grande artista, grande donna, ha fatto, come da sempre, divertire, con quell’ironia che è il suo dono di natura. Ha fatto anche emozionare, commuovere, quando ha dichiarato di essere così attaccata alla vita da essere disposta persino a parlare di morte.
Il pubblico le ha dato calore, quel calore che fa vivere “la vita che vive dentro di me” come lo ha chiamato lei. Per ricambiare l’affetto dimostrato dagli spettatori, Anna ha passato più di un’ora a firmare e a scrivere dediche sulle copie del suo libro. A tutti ha dedicato tempo, sorrisi, parole gentili, battute. E il pubblico l’ha amata. Per una volta ancora.
L’evento di domenica al San Leonardo è stata una bella risposta della Fondazione alle critiche arrivate nei giorni scorsi. “Organizzare eventi culturali e farlo in un certo modo: è questo, e solo questo, l’obiettivo della Fondazione Caffeina”. Lo ha spiegato il presidente Michele Pepponi in apertura dell’evento. Specificazione dovuta, dopo le polemiche che da giorni investono la Fondazione e il suo operato.
Sempre più in discussione, ormai, il futuro del Festival estivo, mentre si fa largo l’idea di organizzare eventi al di fuori della città. Nella Provincia, in Val D’Orcia, per esempio, dove ci sono ottime possibilità e ottimi rapporti con le amministrazioni locali. “Io ho il diritto-dovere – ha aggiunto Pepponi – di tutelare i quasi 550 soci, tra fondatori e sostenitori, e chi lavora per la Fondazione per perseguire gli scopi della Fondazione stessa. Non è più possibile assistere in silenzio agli attacchi divenuti quasi quotidiani. Da cosa dovremmo difenderci? Di organizzare eventi come quello della Marchesini o di proporre iniziative che possono rispondere alle indicazioni del pubblico?”.
Siamo all’apologia del bicchiere mezzo vuoto: kaffeinisti-vivaviterbicoli tronfi e ridicoli come sempre.