Fido c’ha la febbre. Argo è sottopeso. Fuffi non digerisce. Poldo ha la zampa rotta. E via discorrendo. Son problemi. Problemi seri. Forse per qualcuno meno di altri ma comunque grane. Perché la sola Viterbo conta più di ottocento cani in stato di emergenza (1700 in tutta la provincia). Senza dimenticare i gatti, dei quali è difficilissimo – se non impossibile – poter dare un numero preciso.
E il Comune lo sa bene. Tant’è che un consigliere s’è preso la briga della loro tutela (va rimarcato, l’idea parte dalla cordata del fu sindaco Marini), con tanto di delega protocollata. Il suddetto compito spetta e spetterà a Maria Rita De Alexandris. Una che ha pensato bene di incontrare immediatamente le varie realtà del luogo (canili pubblici e privati), portandole in sala consigliare e appuntandosi caso per caso ogni singola defezione. “Cerchiamo una sinergia – dice la stessa – Dobbiamo arrivare ad un lavoro di gruppo. Facciamo rete. Vi chiedo aiuto. Non voglio solo controllare, ma collaborare. Quello che stipuliamo è un accordo preso per il solo benessere degli animali. Senza invidie e senza distinzioni”.
Presente all’amichevole chiacchierata anche il suo predecessore, nel segno quindi della collaborazione, Francesco Simoncini. “Ringrazio dell’invito – replica – e ti consiglio subito di adottare un cucciolo. Questa è una missione che può capire solo chi divide con un animale gioie e dolori. Abbi cura del regolamento da noi stipulato, e se puoi integralo”.
Spazio ai dolori. In primis la piaga delle sterilizzazioni, sulla quale si cercherà un accordo con la Asl. C’è poi la faccenda legata al randagismo, ci si interroga come intervenire. “Siamo qui per conoscerci – fa capire la De Alexandris – Ogni consiglio è ben accetto”. E ancora maltrattamenti, mancanza di cibo e di fondi (i rifugi convenzionati beccano neanche 3 euro quotidiani ad ospite, cifra mai aumentata dal lontano ’94), possibile mappatura e censimento. “Convenzionatevi col Comune – dicono quelli di Bagnaia – Non potrà offrirvi molto ma è sempre meglio che rimetterci soldi propri”. “Puntate sulla sensibilizzazione – replicano i colleghi di Grotte – Senza dubbio la miglior arma”.
“Non trascuriamo i mici”, ora parla una che si presenta come “gattara”.
E tra una proposta ed un lamento prolungato spunta anche l’idea alternativa. “Apriamo dei supermergatti – stavolta alza la mano l’illuminato – dentro alla grande distribuzione ci mettiamo una cesta nella quale si possono lasciare generi alimentari e non solo”. La cosa piace, purché però si rispetti la par condicio però. Quindi largo anche ai supermercani. Bau e miao, e così sia.
E alla fine arrivò il forzista Dudù e alla votivendola delegata sul piede fece tanta pupù.