Farsi un bagno è un conto. Farsene uno d’umiltà è tutt’altro. Resta il fatto però che da tre mesi a questa parte nella piscina dell’Aeronautica viterbese di gente a mollo ce ne sta veramente poca. Parcheggio quasi vuoto. Vasca libera. Schiamazzi ridotti all’osso. C’è qualcosa che non torna.
Nella logica di qualsiasi azienda la buona riuscita di ogni progetto è data dai numeri. O volendo dalle presenze. E fino a poco fa alla Smam (che non è un detersivo ma la Scuola marescialli Aeronautica militare) di cuffiette in acqua se ne contavano più di ottocento. Otto e settanta, dicono gli organizzatori. Già seicento in questo periodo. Ci stava chi si giocava il classico corso di nuoto, chi la bracciata senza maestro. E ancora pacchetti studiati appositamente per la terza età, corsi per assistenti bagnanti, acqua-fitness, subacquea, apnea, donne in stato di gravidanza e bambini. Un esercito (per rimanere in tema) in costume, che dava lavoro a più di venticinque unità tra istruttori e tecnici. Non tralasciando una concorrenzialità spiccata sul versante monetario.
Il tempo passato appena utilizzato però è d’obbligo, seppur appena superato. Perché quanto di buono descritto s’è dissolto nella velocità d’un tuffo. Come mai? “Dopo cinque anni di duro lavoro, di investimenti, di crescita, di gioie e sudore, la struttura è stata affidata al Comitato regionale della Fin, con sede a Roma – dice Gianfranco Proietti – e noi vecchi gestori del Centro nuoto viterbese non solo abbiamo perso quanto di ottimo creato, ma dobbiamo anche constatare l’insuccesso di chi ha preso il posto nostro”.
In sostanza la Smam (perché nel parlato comune così si chiama la piscina) è passata dalle mani del Centro Nuoto (vicino al Coni) in quelle della Fin. Eliminando in quattro e quattr’otto le cinque realtà locali che finora avevano cooperato, in favore di un unico ente romano. “Che non solo non ha apportato migliorie – prosegue Proietti – ma ha addirittura alzato i prezzi. I fedelissimi se ne sono quindi andati. E mi pare di capire che a frequentare certi spazi ad oggi siano solo parenti e affini dei militari. Coloro i quali possono godere di sconti in sostanza”.
Le acque si fanno torbide. Come mai si è arrivati all’harakiri? “Magari il progetto politico sportivo dei Palazzi voleva spostare i nostri tesserati in qualche altro punto Fin – taglia corto ancora lo stesso – Tant’è che alcuni hanno tentato di collaborare ma gli sono stati chiesti diversi soldi per il passaggio dal Coni. O forse si voleva cancellare il buon operato di qualche dirigente malvisto dalla capitale. Può darsi infine che ci sia l’intento di riservare il posto agli interni. In ogni caso in precedenza il Comitato Fin non si era mai interessato a noi. All’improvviso sono arrivati e hanno preso tutto”.
Si attendono sviluppi in merito. Anche se le due parti sono assai distanti e la voglia di collaborare pare finita a farsi due vasche altrove. E a rimetterci, naturalmente, sono solo ragazzi e famiglie.
E’ da un bel po’ di tempo che è fallimentare la gestione di questa piscina. Perché qualcuno se ne accorge solo ora? Cui prodest?