Dopo la mortadella in aula e le primarie del Pd sul palco di X Factor si era pensato di averle viste tutte. Ma è proprio quando ci si abitua al peggio (o al trash) che arriva qualcuno e ti stupisce. Se non bastasse poi nel momento più delicato della vita politica di ogni centro. Vetralla: è tempo di bilancio. E il sindaco Sandrino Aquilani pensa bene di votare contro. Di votarsi contro, a dirla tutta. Un gesto folle dato dalle temperature rigide? No, tutt’altro. Una sonora lezione, a parer suo, elargita ai colleghi dei Palazzi alti.
“Si è trattato di un atto dimostrativo – confessa proprio il primo cittadino – In provincia una cinquantina di Comuni hanno firmato un protocollo e agiranno così. Io sono solo uno dei tanti. Il nostro è e sarà un chiaro segno di protesta”.
Di cosa si lamenta quest’armata col tricolore in spalla? “Vogliamo essere presi in considerazione dal Governo – prosegue Aquilani – Ci troviamo ad approvare bilanci che non vorremmo mai firmare. Questi continuano a tagliare e gran parte delle sforbiciate ci toccano da vicino. Non possiamo farci carico dei disagi dei cittadino più degli altri. È facile arrivare a certe decisioni per poi lasciarle ricadere su di noi e di riflesso sulla collettività. La logica del bevi o affoghi non ci sta più bene”.
In sostanza quindi si fa appello agli uomini del potere. E lo si fa nel modo più plateale, andando perfino contro alle proprie idee e ai propri schemi. “Chiaramente avevamo il numero per raggiungere l’approvazione – parla ancora il sindaco – Non siamo mica pazzi. Altrimenti sarei stato il primo in Italia a segarmi da solo. Se però non si volge ad un’azione forte, se in sostanza non ci facciamo sentire adesso, il rischio è che le cose possano addirittura peggiorare. Infieriamo sulla gente senza volerlo, scontentandola e impoverendola ancor più, come se la crisi non ci pensasse abbastanza. È drammatico. Basta”.
L’esercito dei dissidenti si è appena armato quindi. E questa sembra essere solo la prima di una lunga serie di guerre da affrontare. Non resta che attendere gli altri firmatari e vedere come verrà presa l’anomalia in sede di Governo. Nel mentre sono passate comunque inosservate le 18 ore di travaglio a Viterbo. Nonostante la pizza delle venti, il caffè collettivo delle ventidue, le 850 proposte (un tantino provocatorie forse) della combriccola capitanata da Santucci, gli sbadigli di quello e i pisolini di quell’altro.
Il mediocrissimo politicante vetrallese Sandrino (nel diminutivo c’è tutto il presente, il passato e il futuro di questa scialba macchietta di provincia) Aquilani tenta di distogliere l’attenzione dalla sua fallimentare amministrazione con castronerie di tal fatta. Vergogniamoci per lui.