12122024Headline:

Io, speriamo che vinca Renzi

Matteo Renzi

Matteo Renzi

Io, speriamo che vinca Renzi. Perché, se uno non vuole rifugiarsi nel populismo di Beppe Grillo o in quello ormai un po’ consunto di Papi Berlusconi, il sindaco di Firenze è ormai l’ultima speranza per cambiare l’Italia.

Oggi dunque il popolo delle primarie dovrà dire se il Bel Paese ha bisogno di una vera sterzata o se invece è meglio rimanere così e continuare a navigare a vista, con un teatrino della politica che ogni minuto si fa sempre più ridicolo e miserando.

Io, speriamo che vinca Renzi, per dieci precisi motivi.

Il primo: il Governo Letta in questi otto mesi è apparso spesso tremebondo, incapace di prendere decisioni forti (che invece all’Italia servirebbero come il pane) e non ha cambiato di una virgola la vita degli italiani.

Il secondo: si è fatto dettare l’agenda politica da Berlusconi, andandosi a impantanare sull’Imu con questo pasticciaccio finale sulla seconda rata che fa soltanto incazzare la gente e rende ridicolo il Governo stesso (della serie: non era meglio pagarla e destinare le risorse al lavoro?).

Il terzo:  Renzi non ha mai detto che vuol far cadere il Governo Letta, ma che vuole spingerlo a fare tutte quelle cose che finora non ha fatto. Altrimenti che ci sta a fare?

Il quarto: il sindaco di Firenze pretende anzi un’inversione di tendenza dal momento che, essendosi ristrette le larghe intese, il Pd è il partito di maggioranza all’interno del Governo e ha quindi la responsabilità di dettare la linea.

Il quinto: Matteo Renzi è l’unico in grado di comunicare con estrema chiarezza alle persone quello che vorrebbe fare se diventasse segretario, tanto che riesce a capirlo anche mia mamma, che ha 91 anni ed è molto rincoglionita.

Il sesto: vuole rottamare tutte le correnti, a cominciare dalla sua, che in questi anni sono state il vero cancro di un Pd che non è mai decollato e che ha raggiunto il massimo dell’ignominia con i 101 che hanno uccellato Romano Prodi alle votazioni per la presidenza della Repubblica.

Il settimo: in passato il sindaco di Firenze ha dato dimostrazione di estrema lealtà, tanto che quando perse le primarie da premier con Bersani poi si è messo da una parte e ha fatto esattamente quello che aveva detto di voler fare.

L’ottavo: sulla legge elettorale siamo ancora a carissimo amico e ci ha dovuto mettere le mani la Corte Costituzionale per obbligare deputati e senatori a farne un’altra (e vedremo se la faranno…).

Il nono: anche sulle riforme istituzionali siamo al punto di partenza.

Il decimo: l’attuale classe dirigente del Pd non è stata in grado per vent’anni di proporre un’alternativa valida a Berlusconi, facendogli anzi anche da stampella (discorso di Luciano Violante alla Camera del 2002).

Policy per la pubblicazione dei commenti

Per pubblicare il commenti bisogna registrarsi al portale. La registrazione può avvenire attraverso i tuoi account social, senza dover quindi inserire ogni volta login e password o attraverso il sistema di commenti Disqus.
Se incontrate problemi nella registrazione scriveteci webmaster@viterbopost.it

1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Io speriamo che perda Peppe Bucìa.

Pubblica un commento

Per commentare gli articoli, effettua il login attraverso uno dei tuoi profili social
Portale realizzato da